Giner

Sabatini Gin e il locumone impazzito

Flavio Orlando
April 11, 2018

Una guida insolita accoglie gli ospiti nella tenuta Sabatini o almeno questo ci racconta Flavio Orlando con la sua storia del re etrusco amante del Sabatini Gin

Se solo avesse avuto una risolutezza simile quella volta. Ancora se ne pentiva.

“Ancora me ne pento,” pensò muovendo circolarmente il bicchiere con del Sabatini Gin & tonic.

I paramenti da re, o da locumone secondo l’esatta terminologia storica, erano ancora perfettamente integri nonostante fossero passati quasi duemilacinquecento e trent’anni. “I vestiti buoni come una volta ormai non li fanno più,” disse tra sé il re etrusco toccandosi i fili d’oro intrecciati sui suoi gambali e scostando orgogliosamente il mantellone rosso porpora dal fianco destro.

Ginerosity, the World’s First Social Enterprise Gin

“Dovevo dire subito di no a quell’ambasciatore romano che era venuto a chiedere l’alleanza. Eppure era così affabile, così convincente, adducendo idiozie sul grande futuro che ci aspettava assieme.” Il re sedeva su una piccola pietra tonda, di fronte a Villa Sabatini, presso Teccognano, proprio dove avevano ideato il Sabatini Gin.

Illustrazione di Flavio Orlando

“Vedi loro? Risoluti.” Disse indicando col bicchiere la villa che si stagliava sulla collina toscana, immersa nel verde e gloriosamente tranquilla.

“Voglio vedere se fosse arrivato un messaggero di una distilleria russa di vodka chiedendo un’alleanza perché poi loro, gin e vodka, avrebbero fatto grandi cose insieme.” Rise tra sé compiaciuto e con una punta d’amaro. Bevve un sorso.

“Ahh che bontà. Ma io proprio un’idiozia del genere dovevo fare? Mi sono fatto impressionare da quel nanetto con la spada corta e dal fare incalzante. Ma i Sabatini da chi si sarebbero fatti impressionare? Dal colbacco del russo? Ma quando mai!”

Il re si alzò un po’ adirato e s’incamminò verso la villa. Tirò fuori il telefonino da una bisaccia di cuoio per guardare l’ora. “Devono essere arrivati i primi ospiti.”

Il monarca etrusco era un appassionato di gin e, da bravo uomo di stato, sosteneva il prodotto della sua terra, il gin che veniva distillato con botaniche toscane, quasi tutte colte a Teccognano, frazione di Cortona, la città in cui era re.

Da quando si era ritrovato per chissà quale motivo nella Cortona del ventunesimo secolo aveva deciso di concedersi del tutto alla promozione della grandezza di quei luoghi.

Illustrazione di Flavio Orlando

“Certo, poi abbiamo perso con i romani, ma Cortona ha ancora molto da mostrare al mondo. Provate il Sabatini Gin ad esempio.” Così esordivano i suoi tour nella Villa Sabatini, proprio di fronte al Giardino dei Botanicals, dove i Sabatini mostravano ai visitatori le botaniche del loro distillato.

Il re aveva studiato, era molto appassionato. “Il Sabatini Gin è un London Dry gin dal gusto equilibrato e persistente, le botaniche sono tutte toscane e spontanee, la maggior parte raccolte nel terreno dei Sabatini. Il gin viene quindi distillato a Londra alla Thames distillery, da Charles Maxwell.”

Poi s’infervorava al pensiero della battaglia sul Trasimeno con i soldati romani dove lui stesso aveva combattuto e dove, sempre a detta sua, era caduto sotto i fendenti del nemico. “Pensavo proprio alla flora delle nostre colline mentre la luce abbandonava i miei occhi e un rivolo di sangue rosso scendeva al lato della mia bocca.”

Molti visitatori trovavano curiosa la figura del matto che pensava di essere il re etrusco. Altri pensavano fosse una trovata geniale dei proprietari della villa. I proprietari stessi non capivano ancora se lui ci facesse o ci fosse.

Ma lui era il re, o meglio, lui era il locumone di Cortona.

Illustrazione di Flavio Orlando

“Il ginepro è alla base di ogni gin e, quindi, alla base del Sabatini Gin. Lo raccogliamo qui intorno!” Che cipiglio da re che aveva quando esordiva con il ginepro! Tutti a bocca aperta di fronte al mantello che svolazzava.

“Grande alleato del ginepro è il coriandolo! Insieme si fanno forza a vicenda, come io e il mio scudiero presso il Trasimeno, contro quei porci dei romani!”

Poi saltava fino ai fiori di iris fiorentino. “E lui? Guardate che bel fiore! Adornava il capo della mia sposa il giorno che sono partito per la battaglia! Ma la radice! È la radice a costituire la botanica floreale del Sabatini Gin. Come il mio popolo etrusco, bellezza esteriore e grande sostanza interiore, così l’iris!” Questo era il momento preferito dai giapponesi per scattare foto, per lo sguardo che il re volgeva verso il cielo quando parlava della sua amata.

“Il sapore di natura del finocchio selvatico poi! Libero e puro come la mia stirpe! Affiancato in maniera complementare dalla lavanda! Altro fiore mediterraneo, che abbiamo condiviso con quei traditori figli della lupa.”

Il re a quel punto passava alle ultime quattro.

“La verbena signori e signori! Dalle Americhe (ho dovuto studiare un sacco per scoprire cosa fossero le Americhe!) al Mediterraneo che ha portato una ventata di freschezza! E poi…” e qui s’infervorava, diventava rosso dall’eccitazione. “Poi per finire tre grandi simboli del bacino Mediterraneo. Il Mediterraneo!! L’abbiamo inventato noi etruschi il concetto di Mediterraneo e non quei traditori ladri e ipocriti dei romani! Le tre botanicals forse più caratteristiche di questo mare: le foglie d’olivo, il timo e la salvia!!”

Applausi scroscianti del pubblico che vedeva il re fendere l’aria ogni volta che elencava uno degli ultimi tre nomi.  E mentre questi si allontanavano perché il tour era finito, ed era finalmente giunto il tempo della degustazione, sentivano da lontano il re che continuava a urlare in un italiano un po’ strano:

“Muori romano! Lunga vita al Sabatini! Lunga vita a questo gin!!”

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