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Millennials love premium gin: ecco come i bartender hanno conquistato le nuove generazioni

Vanessa Piromallo
November 14, 2017

I giovani bevono meno, ma bevono gin di qualità e se questa categoria continua a crescere è anche grazie ai social media e ai bartender

Il report di una ricerca condotta da Beefeater Gin lascia ben sperare per quel che riguarda un futuro sempre più roseo nel settore dei gin premium, Secondo quanto rilevato dal famoso brand inglese, infatti, i cosiddetti millennials, termine che indica la generazione di chi è nato fra il 1980 e il 2000, consumano meno alcolici rispetto alle precedenti generazioni, ma il loro avanzato uso dei social media sta aiutando il settore dei premium gin a crescere notevolmente.

“Al giorno d’oggi, finalmente, quella del bartender è considerata una valida carriera”

Lo studio condotto dal professor Richard E. Ocejo e dall’autrice Chantal Martineau è stato commissionato da Pernod Ricard, il colosso delle bevande che possiede il brand Beefeater, nel quale quest’anno sta investendo particolarmente per la celebrazione dei 50 anni di carriera del master distiller Desmond Payne. Vediamo ora in breve i dati più interessanti emersi da questa ricerca.

Evento dedicato ai bartender e al gin tenutosi a Kyoto, in Giappone, nel 2016

Nonostante il consumo totale di alcolici sia calato nel 2016, la vendita nel mondo di spiriti è cresciuta del 4,4%. Secondo il report ad aver aiutato a dare una spinta in avanti al mercato globale del gin sono stati i seguenti fattori:

  • maggiori standard di qualità,
  • crescita del salario medio dei bartender,
  • uso dei social media a favore del settore dell’ospitalità,
  • ricerca da parte dei giovani di autenticità, originalità e qualità nei prodotti.

Secondo il professor Ocejo ciò che è più interessante è il modo in cui la cultura del cocktail sia interconnessa in tanti paesi diversi, poiché nessuno vive isolato e condividere con gli altri influenzandoli è la normalità.

Desmond Payne, master distiller di Beefeater

Un altro dato interessante rilevato nel report è che i bartender e i mixologist si sono finalmente guadagnati il rispetto che meritano e oggi il lavoro dietro al bancone è considerato una valida e sostenibile carriera. Durante lo studio sono stati intervistati diversi bartender e proprietari di locali in tutto il mondo oltre ad essere stati raccolti dati specifici in alcuni paesi ed è emerso che i migliori bartender possono arrivare a guadagnare più di 170.000 Sterline all’anno (circa 200.000 Euro).

Fondamentale è il dato secondo il quale il successo di molti brand di gin e di molti locali è stato determinato da strategie ben realizzate sui social media. Soprattutto l’aver incoraggiato i follower a realizzare i propri contenuti personali correlati al brand in questione ha aiutato ad aumentare le vendite a far crescere la “brand awareness”, cioè la popolarità del brand. Un esempio è quello di un brand di gin che nel 2015 ha realizzato un accordo con diversi bar di Hong Kong per somministrare gratuitamente cocktail a chi avesse condiviso su Instagram i drink.

Il master distiller Desmond Payne ha commentato: “Negli ultimi 50 anni ho visto molte false partenze di un risorgimento della scena dei cocktail, ma ora l’attesa è finalmente finita e, cavolo, ne è valsa la pena. In tutte le città del mondo in cui vado, anche nei posti più improbabili, mi ritrovo continuamente sorpreso dall’assoluta genialità, creatività e dedizione dei bartender.”

 

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