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I gin del Gin Day: Gin Acqueverdi raccontato da Alessandro Francoli

Vanessa Piromallo
September 13, 2017

Intervista ad Alessandro Francoli, Presidente delle Distillerie Francoli, che ci racconta il profumo dei boschi e le acque incredibili del Gin Acqueverdi...

Quest’anno al Gin Day, la fiera a tema gin che si tiene ogni anno a Milano a inizio settembre, sono comparse alcune interessanti novità del panorama italiano e fra queste, prima fra tutte, abbiamo deciso di raccontarvi Gin Acqueverdi, anche perché abbiamo avuto la fortuna di poter parlare con Alessandro Francoli, Presidente delle Distillerie Francoli e ideatore di questo profumatissimo gin tutto italiano. Vi terremo poi aggiornati con le altre novità ed eventi che abbiamo visto al Gin Day, fra cui la masterclass “Make your own gin” di Desmond Payne, master distiller di Beefeater, e quella di Joanne Moore sui gin di Quintessential Brands (Greenall’s, Bloom, Opihr e Thomas Dakin).

Gin Acqueverdi: il profumo dei boschi, la semplicità delle cose buone di una volta

Il Gin Acqueverdi si caratterizza per una forte mineralità conferita dall’uso dell’acqua della sorgente “Acqueverdi” (conosciuta per il suo incredibile colore turchese) e per le particolari note date dalle botaniche tipiche delle Alpi e della Val d’Aosta. Di colore lievemente paglierino, il gin molto aromatico emana sentori di ginepro e di erbe alpine, mentre al palato risulta asciutto e pieno, con un buon equilibrio fra le note resinose e floreali delle erbe. Molte delle botaniche, quali la rosa alpina, la malva, il pino mugo, i germogli di pino e il genepy crescono spontanee nel vallone dove scende il ruscello Acqueverdi. Il ginepro proviene sempre dalla Val d’Aosta, dove è molto diffuso, e sia le bacche sia i rametti vengono utilizzati per il tradizionale liquore al ginepro. I produttori hanno attinto a questa tradizione per definire la base del Gin Acqueverdi, con bacche e rametti di ginepro infusi insieme in acqua e alcol e poi distillati.

gin acqueverdi

gin acqueverdi

Le Distillerie Francoli sono molto note, ma Gin Acqueverdi viene prodotto in una piccola distilleria della Valle d’Aosta, può raccontarci qualcosa di questa distilleria?

La distilleria La Valdotaine è in opera sin dal 1947 e qualche anno fa abbiamo deciso di acquisirla. E’ una piccola distilleria di montagna, che lavora con piccoli alambicchi e dove vengono prodotti soprattutto grappa e distillati di birra e vino per fare il brandy ed è quindi molto versatile. Proprio visitando questa distilleria ho avuto l’idea per Gin Acqueverdi.

 

Come è nata dunque l’idea di fare un gin?

Avevamo già l’intenzione di produrre un gin, ma l’idea perfetta è arrivata a La Valdotaine. Vicino alla distilleria scorre il ruscello Acqueverdi, un corso d’acqua del tutto naturale, ma di una bellezza unica da lasciare a bocca aperta. Il ruscello infatti è di un bellissimo e vivace colore turchese grazie ai minerali contenuti nelle sue acque. Sono andato a visitarlo qualche tempo fa e nella valle ho visto moltissime botaniche perfette perfette per un gin e da qui è nata l’idea. Sono rimasto colpito dalla bellezza del luogo e soprattutto dai suoi profumi di bosco di montagna e volevo che fossero riprodotti nel gin. In seguito tutte le scelte che abbiamo compiuto per la distillazione di Gin Acqueverdi sono state ispirate dalla montagna, a partire dalle botaniche molto fresche, come il pino mugo, per ricreare i profumi della pineta in una limpida giornata di sole. La cosa più importante è la scelta delle materie prime, fragranti e originali, esattamente come l’acqua del ruscello Acqueverdi.

 

Ci consiglia di venire a visitarlo?

Decisamente sì, è un luogo bellissimo e per arrivarci è necessario fare una lunga camminata. Purtroppo il primo agosto una frana ha rovinato l’ambiente, ma la sorgente è riuscita a tornare in superficie. Ci piacerebbe sensibilizzare il pubblico e contribuire alla custodia di questi luoghi, magari donando parte dei ricavi della vendita di Gin Acqueverdi. Ci stiamo pensando. Dietro al nostro prodotto c’è una storia vera e legata al nostro territorio e secondo noi ciò è molto importante e ci teniamo a condividere questa storia.

Sorgente delle Acqueverdi

Sorgente delle Acqueverdi, Valle d’Aosta

Quanto tempo ci è voluto per lo sviluppo della ricetta di Gin Acqueverdi?

La distribuzione è cominciata da poco, tra febbraio e marzo di quest’anno, ma per creare Gin Acqueverdi ci sono voluti quasi due anni di ricerca e sperimentazione. Anche il processo di produzione è abbastanza lungo perché per ottenere il meglio dal distillato e ottenere il giusto equilibrio, il gin viene lasciato riposare per ben sei mesi dopo la distillazione.

Inoltre ormai tutto il personale della distilleria è diventato erborista perché lo studio è stato intenso; c’è questa signora che ormai è un’esperta nel raccogliere le botaniche, ma sempre facendo grande attenzione alla protezione delle piante e dell’ambiente.

 

Avete lavorato anche con i bartender per la creazione del gin?

Sì, è importante coinvolgere i bartender durante lo sviluppo del prodotto perché il gin deve lavorare bene in miscelazione e soprattutto deve legare bene con l’acqua tonica. Abbiamo avuto grandi soddisfazioni perché abbiamo proposto ai barman alcuni campioni anonimi con cui fare un cocktail e molto spesso la scelta è caduta su Gin Acqueverdi.

Alessandro Francoli

Alessandro Francoli, Presidente delle Distillerie Francoli

Gin Acqueverdi colpisce per il suo profumo, il gusto, per la sua storia, ma anche per il packaging…

Sì, volevamo un packaging che ricordasse la farmacia tradizionale, quindi abbiamo scelto una bottiglia che ricordasse quelle delle antiche farmacie e un’etichetta dallo stile classico dove sono rappresentate le botaniche. Una bottiglia grande, da un litro, con un’etichetta grande che si veda bene, ma sempre prendendo ispirazione dalle cose buone di una volta, rispettando il nostro principio di semplicità, genuinità e immediatezza.

 

Qual è secondo lei il perfect serve di Gin Acqueverdi?

Sicuramente Gin Acqueverdi è molto versatile, puro e interessante con le sue note di bosco di montagna, ma è il Gin Tonic a far da padrone: secondo me è perfetto con una tonica molto classica e una scorza di limone e basta. L’importante è la semplicità, è non coprire il prodotto. Ciò che è buono di suo non deve essere nascosto.

 

Leggi la scheda nell’Enciclopedia del Gin

 

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