La ricetta del Martini secondo Mauro Lotti
Cominciamo subito a fare cultura, proponendovi la ricetta del Martini, così come Mauro Lotti ce l’ha insegnata. Per il decano dei barman, il cocktail Martini è un equilibrio fra tre componenti che riassume così: “la forza bruta del gin, la sensitività del vermouth e la sferzante temperatura del ghiaccio”. Per prima cosa, insegna Lotti, di Martini se ne fanno due, “perché quando ne fai uno singolo viene sempre un po’ meno bene di quando ne fai due. È una questione di temperature, del ghiaccio, dei volumi, ma anche perché bersi da solo un Martini, anche se è buono e fa piacere, non è la stessa cosa che berlo in due, perché grazie al Martini si stabilisce una sorta di simpatica complicità”.
La tecnica: “ci assicuriamo che il cosiddetto mixing glass sia ben gelato, girando i cubetti di ghiaccio per alcuni secondi, poi si toglie l’acqua con uno strainer, e si procede a versare una buona quantità di gin, diciamo sei parti per ciascuno, e poi uno spruzzo di vermouth. Ognuno ha il suo quantitativo preferito, diremo soltanto quanto basta. Si fa cantare il ghiaccio, perché l’equilibrio è dato dalla presenza dell’acqua e una volta ben gelato si versa nelle coppette, aiutandosi con il colino”.
La presentazione: “se uno vuole aggiungere un accessorio (un garnish), e anche questo fa parte delle abitudini dei Martiniani, la più semplice è l’oliva, oppure la scorzetta di limone, il cosiddetto lemon twist. Se si sceglie la seconda opzione, si strizza la scorza in modo da far finire la parte degli oli essenziali nel bicchiere e si accarezza il bicchiere una sola volta, se no diventa una limonata”.