Maggiordomo del gin, ma perché non un sommelier?

The Gin Lady
October 20, 2016

Un ristorante inglese cerca un “gin butler”, ma in Italia servirebbero soprattutto dei sommelier specializzati nel gin. Non sarebbe un lavoro stupendo?

Qualche giorno fa mi è saltato all’occhio un articolo del sito della Bbc. La prestigiosa rete tv inglese, fra le sue pagine web, si occupava di gin, raccontandoci che un bar-ristorante del Suffolk, il Redherring di Lowestoft, che era alla ricerca di un “maggiordomo del gin”.

Il job post specificava che il candidato ideale dovesse avere almeno 3 anni di esperienza del servizio del nostro distillato preferito e che fosse un “eccentrico” e un “intrattenitore nato”. La paga prevista era di 22mila sterline all’anno. Neanche troppo, a mio parere, visto anche il recente declino della moneta britannica, ma già il fatto che ci fosse l’annuncio è un buon segno per il mondo del gin. Comunque alla fine hanno risposto all’annuncio in 35, a fronte di circa 900 che hanno visualizzato l’annuncio online.

Sarebbe uno dei lavori più belli del mondo: il sommelier del gin

Gin Masterclass presso the Gin Corner di Roma

Non sappiamo se i candidati che si sono proposti rispondessero effettivamente tutti alla descrizione, o piuttosto ci fosse qualcuno che ha millantato conoscenze specifiche nel mondo del gin. Fatto sta che, da sempre, il Regno Unito è appassionato del distillato al ginepro (non dimentichiamo che l’hanno inventato loro), anche se per decenni si è trattato di un consumo molto commerciale.

Oggi, però, il boom di questa bevanda accompagnato da una nuova riscoperta culturale e dal diffondersi delle etichette artigianali, rende necessari anche nei ristoranti degli esperti che sappiano bene che cosa offrono ai commensali, che li guidino fra le botaniche, che sappiano abbinare i gin a ciò che si mangia e che siano istruttivi ma non pedanti.

Il bar-ristorante in questione ha una selezione di circa 50 etichette artigianali e gestisce un “gin club” due volte al mese. Esperienze come quella del nostro The Gin Corner a Roma, ma anche altri bar tematici sparsi per l’Italia, dimostrano che l’interesse per cosa si beve sta crescendo e la creazione di queste nuove figure professionali diventa sempre più necessaria.

Ci piacerebbe che anche in Italia – almeno fuori dalle distillerie – si diffondesse la figura del sommelier del gin, di pari cultura, naso e preparazione di quelli che ci è capitato di conoscere nel mondo del vino, ma anche dei whisky e perfino dei sakè giapponesi. Nelle nostre Master Class ne abbiamo visti alcuni che rispondevano all’identikit del “sommelier del gin”, molti dei quali avevano posizioni importanti per le etichette più importanti.

È la dimostrazione che nel mercato del bere la specializzazione paga, purché si affrontino con serietà i percorsi di studio. Non basta saper fare un buon gin tonic, bisogna anche saper distinguere un distillato da un altro, conoscerne le botaniche e soprattutto affinare il naso, strumento principe per il sommelier.

È un po’ che la vostra Gin Lady non fa la predica, ma non si stancherà mai di ripeterlo: studiate, ragazzi, studiate! Che i frutti sono già maturi ed è il momento di raccoglierli!

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