Curiosità
Nelle civiltà mediterranee trovò impiego fin nell'antichità come pianta aromatica e medicinale, mentre in alcune tombe egizie viene raffigurato come offerta rituale. I Romani lo usavano moltissimo e Apicio ne fa la base di un condimento chiamato appunto "Coriandratum". Secondo Plinio il Vecchio (Naturalis Historia, XX, 82), mettendo alcuni semi di coriandolo sotto il cuscino al levar del sole si poteva far sparire il mal di testa e prevenire la febbre. Plinio individua inoltre l’origine della parola nel greco corys o korios (cimice) seguita dal suffisso -ander (somigliante), in riferimento alla supposta somiglianza dell'odore emanato dai frutti acerbi o dalla pianta spremendo o sfregando le foglie
Dai semi rivestiti di zucchero prendono nome i coriandoli di Carnevale.
Gli usi dei semi di coriandolo in cucina sono moltissimi, nei salumi, nei decotti, nel curry, per insaporire carne, pesce e verdure, ma anche birre, biscotti e confetti. Essi inoltre, se ingeriti in grande quantità, possono avere un effetto narcotico.
Gin&More
Il coriandolo è la seconda botanica dopo il ginepro più utilizzata nei gin. Normalmente vengono utilizzati i semi, è molto raro l’uso delle foglie del coriandolo tra le botaniche. Esso ha spesso un ruolo fondamentale. Il sapore è chiaramente discernibile nel Tanqueray London Dry, che viene a volte scambiato per sapore di agrumi, che non sono presenti nel Tanqueray. Anche nel Colonel Fox London Dry il coriandolo è predominante. Nel Dr. J’s Gin sono presenti sette diverse varietà di coriandolo, sia in semi sia in foglie.
Ginepro, Coriandolo e Angelica costituiscono la Santa Trinità del gin. Sono le più utilizzate e quindi associate al sapore che tipicamente si pensa debba avere un gin.