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Dimensioni del cervello e amore per l’acqua tonica

Vanessa Piromallo
February 20, 2019

Secondo un nuovo studio la dimensione del cervello influisce sulla percezione di dolce e amaro e quindi sulla nostra percezione dell'acqua tonica...

E’ stato da poco pubblicato un nuovo studio effettuato presso il Diamantina Institute Postdoctoral Research dell’Università del Queensland dal titolo “Correlazione tra struttura del cervello e percezione dei sapori dolci e amari” che rivela per la prima volta un collegamento tra dimensione del cervello e una percezione meno intensa del gusto amaro. Si potrebbe quasi dire, dunque, che le persone più intelligenti è probabile che amino l’acqua tonica!

E tu come percepisci l’acqua tonica?

Lo studio ha esaminato la percezione dell’intensità dei sapori dolci e amari all’interno di un vasto gruppo di Australiani e la percezione dell’intensità del chinino in un vasto gruppo di Statunitensi, tutti soggetti in buona salute per un totale di oltre 1600 persone. Hanno dovuto assaggiare cinque soluzioni amare e quattro dolci e dare un voto all’intensità in base a una scala generica loro fornita. Il chinino, principale aromatizzante per l’acqua tonica, l’ingrediente che le conferisce il sapore amaricante, è stato utilizzato per stimare la loro reazione rispetto al gusto amaro. Il cervello dei partecipanti è stato poi misurato tramite una risonanza magnetica.

Nessuna degustazione gin sarebbe completa senza un Gin Tonic!

Dai risultati, a quanto pare, lo studio è riuscito a fornire una prima prova del fatto che la variazione nella struttura del successo, anche nel caso di persone sane, sia associata alla valutazione dell’intensità del gusto e rivela nuove informazioni sul circuito gustatorio del cervello. Nel testo si legge: “L’associazione più forte è stata fra il volume della corteccia entorinale sinistra e l’intensità del chinino. Gli individui con volumi maggiori hanno valutato le soluzioni di chinino meno intense.” La corteccia entorinale si trova nel lobo temporale mediale del cervello ed è associato a memoria, navigazione e percezione del tempo oltre alle percezioni visiva e olfattiva. Secondo il Dr. Daniel Hwang, le scoperte del suo team provano che la dimensione del cervello non influenza solo il QI di una persona (l’indice di intelligenza), ma anche il loro modo di percepire i sapori. “A prescindere dal fatto che uno possa amare l’acqua tonica o meno, comunque chi ha il cervello più grande la troverà meno amara.”

Questa ricerca rappresenta un passo avanti per capire meglio in che modo il cervello percepisce i sapori e inoltre i risultati possono essere utilizzati per cambiare le cure per i disturbi alimentari e migliorare i comportamenti alimentari: “Concentrandoci su specifiche aree della corteccia gustatoria,” dice Dr. Hwang, “possiamo curare alcuni disturbi alimentari utilizzando metodi come la stimolazione magnetica transcraniale, un trattamento non invasivo attualmente usato per alcune malattie malattie.”

Fonte: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0166432818315754

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