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Diageo chiude la storica Chase Distillery

Vanessa Piromallo
January 28, 2025

Diageo ha deciso di chiudere la Chase Distillery e di trasferire in Scozia la produzione dei gin e vodka del brand Chase...

Diageo chiude Chase Distillery e trasferisce la produzione in Scozia a causa di “cambiamenti significativi” nei settori della vodka e del gin. Diageo ha acquisito la distilleria britannica e il brand nel 2021. Con il trasferimento della produzione, la distillazione dei prodotti Chase avviene ora presso la distilleria Cameronbridge di Diageo, in Scozia, che produce anche Smirnoff, Gordon’s, Tanqueray e Pimm’s. Chase Distillery impiegava 17 persone, alle quali è stata offerta l’opportunità di ricoprire nuovi ruoli all’interno di Diageo o accettare la liquidazione. Un vero peccato considerando la bellezza del sito, con la tenuta ricca di campi di patate e di frutteti, e con l’impianto che permette la distillazione della propria base alcolica a partire dalle patate

In merito alla decisione, un portavoce di Diageo ha dichiarato: “La chiusura del sito Chase a Hereford è stata annunciata a giugno 2024 e il processo è ora completato. Dall’acquisizione di Chase nel 2021, abbiamo osservato cambiamenti significativi nei settori della vodka e del gin. Per garantire il futuro di Chase, abbiamo deciso di rinnovare il prodotto, rivitalizzare il packaging e trasformare la catena di approvvigionamento del marchio per migliorarne l’efficienza. Questi sviluppi sono pensati per creare opportunità di crescita futura per il brand.”

La ormai ex Distilleria Chase

Un documento presentato alla Companies House a dicembre ha rivelato l’intenzione di Diageo di liquidare Chase entro i prossimi 12 mesi e di trasferire le operazioni entro il 30 giugno di quest’anno. Il documento ha anche riportato i risultati finanziari di Chase Distillery per l’anno concluso il 30 giugno 2024. Il fatturato dell’azienda è aumentato di 623.472 sterline (765.264 dollari USA), raggiungendo i 5,29 milioni di sterline (6,5 milioni di dollari USA), rispetto ai 4,66 milioni di sterline (5,7 milioni di dollari USA) dell’anno precedente.

Il rapporto ha inoltre evidenziato l’impatto della volatilità geopolitica e macroeconomica: “Forze geopolitiche, guidate da diversi fattori a livello globale, unite a pressioni macroeconomiche, aumentano la probabilità di tensioni, dispute, conflitti, disordini e crimini internazionali e nazionali che potrebbero influire sull’attività aziendale. Le condizioni macroeconomiche includono pressioni inflazionistiche, disoccupazione e tensioni nel commercio globale. Il rischio di volatilità finanziaria potrebbe derivare dalla variabilità dei mercati finanziari, dalle fluttuazioni dei tassi di interesse e dall’instabilità delle valute. Il mancato adattamento rapido alle condizioni economiche e/o politiche in cambiamento – ad esempio pressioni inflazionistiche, instabilità valutaria, tensioni commerciali globali, protezionismo politico accresciuto, cambiamenti nei dazi doganali e nelle tariffe, e/o erosione della fiducia dei consumatori – potrebbe limitare la libertà di operare in un mercato e influire negativamente sulle performance finanziarie.”

 

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