La differenza nel risultato quando si mescola un cocktail oppure lo si shakera riguarda tre fattori principali: “aerazione”, temperatura e diluizione – e quindi anche consistenza del cocktail. Ad esempio un cocktail con bianco uovo – o l’alternativa vegana aquafaba -, con creme, con succo o purea di frutta dovrà essere shakerato per ottenere la consistenza “ariosa” che solitamente è richiesta in questo tipo di drink.
Non finiremo mai di ripeterlo: per un risultato ottimale è di assoluta importanza utilizzare un ghiaccio di qualità. Shakerare, come dicevamo, serve per raffreddare e diluire, quindi è chiaro il ruolo del ghiaccio: se usiamo cubetti non limpidi o troppo piccoli potremmo rilasciare odori spiacevoli nel drink oppure potremmo non controllare bene la diluizione ottenendo un cocktail troppo acquoso. Un consiglio è quello di lasciare il ghiaccio qualche secondo fuori dal freezer in modo che non sia troppo “secco”. Se siete curiosi di scoprire tutti i segreti di questo fondamentale ingrediente che è il ghiaccio, vi consigliamo di leggere On The Rocks di Marco Garino (per info clicca qui).
Infine parliamo delle tempistiche: ogni bartender ha da dire la sua al riguardo, c’è chi parla di 6 secondi chi di 20. Quando non è specificato nella ricetta bisogna tenere conto della propria forza, infatti genericamente se si agita con molto vigore dovrebbero essere sufficienti circa 8 secondi.