Quando il gin è kosher

The Gin Lady
November 22, 2018

A Roma in questi giorni si svolge Gusto Kosher, sono arrivati dei barman di Tel Aviv e noi parliamo di bere kosher, ma soprattutto di gin kosher

Oggi parliamo di kosher o kasher che dir si voglia. Qualcuno potrebbe non sapere di che si tratta, ma vi comunico che esistono perfino i gin kosher e anche solo per questo è un argomento di cui interessarci. Senza contare che in questi giorni a Roma si svolge l’annuale manifestazione Gusto Kosher e che sono arrivati dei bravissimi barman da Tel Aviv.

Ginerosity, the World’s First Social Enterprise Gin

Ma andiamo con ordine. Dall’ebraico, “kosher” di fatto vuol dire “adatto”, in pratica è quel sottile filo che per la religione ebraica è importantissimo fra ciò che si può mangiare e bere e ciò che va invece evitato. Le regole della kasherut sono tantissime, indicano tutta una serie di cibi e bevande che possono essere ingeriti e soprattutto danno delle indicazioni su come trattare gli alimenti. Per fortuna per quanto riguarda il beverage le regole sono meno impegnative, fermo restando che bere alcolici per gli ebrei è ammesso, diversamente che per i musulmani, ma con moderazione. Una regola che non bisogna mai dimenticare è che non si mescola mai la carne con il latte. Mai. Addirittura per gli ebrei ci sono ristoranti che cucinano solo carne e ristoranti che cucinano solo latte (e pesce, uova, carboidrati e tutto il resto) e i più attenti hanno cucine e frigoriferi separati.

Number 209 Gin Bottiglia
Broker's Gin Bottiglia

Gli alimenti kosher o kasher sono normalmente certificati dal rabbino e fra questi, udite udite, ci sono anche dei gin, come il N° 209 per esempio. In generale, però, c’è una regola che si può seguire: i gin non hanno bisogno di certificazione, perché non ci sono problemi per l’aggiunta di botaniche nella distillazione. Fanno eccezione quelli aromatizzati successivamente alla distillazione, quelli che subiscono un passaggio in barrique e quelli che per qualche motivo hanno al loro interno uva o latte. Se vi interessa, online si trovano delle liste di gin “autorizzati” e di gin che invece non lo sono.

Per chi invece volesse fare un salto in Israele, sappiate che ci sono perfino kosher bar, dove tutto è certificato dal rabbino: ideale per chi segue le regole della kasherut, senza alcuna conseguenza per chi invece non le segue, al massimo vorrà dire che non troverà alcuni prodotti specifici.

Cocktail: Spice Market

Per farvi un’idea, potete andare domenica 25 novembre al Palazzo della Cultura in via del Portico d’Ottavia, nel cuore del Ghetto Ebraico di Roma. Sarà una giornata di degustazioni che spaziano dalle mezè, i tipici antipasti della tradizione ebraica, a vino, birre e distillati kosher. A questo si aggiungono, come novità del 2018, i cocktail di Bar Shira (quando si dice nomen omen, il destino nel nome) e Gilad Livnat dell’Imperial di Tel Aviv. Per l’occasione, i due bartender hanno ideato un drink a base gin e con una forte componente speziata, dal titolo evocativo Spice Market (mercato delle spezie), che richiama uno dei temi portanti della manifestazione dedicata proprio a Spezie e Grani.

Ricetta: Spice Market

  • 2 bacche di cardamomo schiacciate
  • 40ml Gin
  • 10ml Amaro Montenegro o Amaro di Angostura (kosher)
  • 10ml Triple Sec
  • 20ml succo di limone
  • 20ml Orgeat
  • 15ml Falernum
  • 20ml bianco d’uovo

Shake e servi in un bicchiere old fashioned glass con ghiaccio in cubetti. Da ultimo, grattugiare noce moscata e cioccolato fondente on top.

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