Nel mondo dei cocktail classici a base whiskey, due nomi emergono con forza e continuità storica: Manhattan e Old Fashioned. Entrambi rappresentano pietre miliari della mixology, simboli di eleganza e precisione. Hanno radici lontane e stili ben distinti, ma condividono una struttura essenziale e una filosofia “spirit-forward”, dove il distillato è protagonista assoluto. Conoscerli a fondo significa capire cosa rende grande un cocktail: equilibrio, tecnica e qualità degli ingredienti.
L’Old Fashioned è considerato da molti il primo cocktail “ufficiale”, perché rispecchia la definizione più antica: spirito, zucchero, bitter e acqua. È una preparazione essenziale, che punta a valorizzare la materia prima. Si prepara direttamente nel bicchiere basso, il classico tumbler, con una zolletta di zucchero o un po’ di sciroppo semplice, qualche goccia di Angostura, un cubo di ghiaccio e due once di bourbon o rye whiskey. Il tutto viene mescolato con discrezione e guarnito con una scorza d’arancia o una ciliegia cocktail. L’evoluzione del drink nel bicchiere, grazie alla diluizione progressiva, fa parte dell’esperienza: inizia intenso, si ammorbidisce sorso dopo sorso.












