Ben presto la sua bevanda analcolica e frizzantina si impose come presidio medico, salvo poi passare velocemente ai salotti buoni. L’acqua con le bollicine piaceva ai nobili per due ottimi motivi: quel friccichio divertente da un lato e dall’altro la sicurezza di bere un’acqua che era stata bollita e imbottigliata, in tempi in cui l’acqua potabile era un miraggio. Fra gli affezionati consumatori di acqua tonica, gli stessi esponenti della famiglia reale britannica, grazie al favore mostrato dalla Duchessa di Kent e dalla Principessa Vittoria (siamo al 1936) e all’autorizzazione alla fornitura concessa da Re William IV.
Mister Schweppe era uscito ben presto dalla società, tuttavia il suo nome è rimasto impresso ed è arrivato fino ad oggi come brand. Quel che è cambiato è la ricetta della sua acqua effervescente, a cui si è aggiunto il chinino che tuttora è un aroma caratteristico delle toniche che siamo abituati ad abbinare al gin. Per raccontare l’unione con questa botanica, bisogna lasciare però i salotti aristocratici del Vecchio Continente con le tazze da tè e i pasticcini e pensare alle colonie, alle anguste traversate via nave, alle scorte d’acqua tonica che venivano trasportate in barrique per settimane, salvo poi diventare ricettacolo di malattie di ogni sorta. Senza contare le malattie che si trovavano nelle stesse colonie, fra cui la malaria. Qualcuno, ma non si sa chi, ebbe la buona idea di rispolverare le scoperte scientifiche fatte da un gesuita di nome Bernabé Cobo che nel Seicento aveva esplorato Perù, trovandovi queste bacche medicamentose, che riportò in Europa, dove vennero studiate e riconosciute per le loro proprietà antipiretiche, antimalariche e analgesiche. Peccato che per crescere le piante di chinino abbiano bisogno di un ambiente freddo e un clima particolare come quello delle Ande. Bocciata l’Europa, qualcuno provò a farle crescere in India con un buon successo.
È così che nasce la leggendaria Indian Tonic Water: acqua tonica, chinino, lime e gin per minimizzare il gusto amaro e il gioco è fatto. Il lancio ufficiale avvenne nel 1870, ma ancora era una grande novità nel 1900, quando a Parigi si tenne un’altra Esposizione Universale, in cui l’acqua tonica vinse medaglie d’oro, d’argento e di bronzo. Si calcola che l’Expo di Parigi fu visitata da 50 milioni di persone. Erano gli anni delle portentose scoperte come il cinematografo dei fratelli Lumiere, delle mastodontiche opere pubbliche come la Gare d’Orsay e la prima metropolitana, del passaggio verso l’Art Nouveau che ha fatto di Parigi la meraviglia che è tuttora. È ripensando a tutte queste meraviglie, che mi vien voglia di farmi un Gin&Tonic.