Ice and Water

Champagne con ghiaccio, tendenza o nuova normalità?

Marco Garino
December 13, 2022

Le feste sono alle porte, Il Natale e la fine dell’anno arriveranno in diverse nazioni abbracciando rituali e culture di vario genere. Addirittura, il clima ed il menù non troveranno coerenza spostandoci da Nord a Sud oppure da Est a Ovest, eppure quello che spesso ci trova tutti d’accordo è il brindisi, e come il fatto che in molte occasioni questo brindisi verrà fatto con delle “bollicine”.

Ed è di bollicine francesi che voglio parlarvi in questo articolo, perché possiamo dire che abbinarle al ghiaccio è diventato costume di certe situazioni ma non ancora una tradizione, certo è che questa pratica dal 2017 fa oramai parte della cultura francese: si narra infatti che molti vini della Provenza, di Camargue, ed alcuni Champagne sono stati creati espressamente per essere bevuti con ghiaccio.

Succede anche in Italia o in Spagna non si tratta di una novità in assoluto, quanto piuttosto di una riscoperta; infatti, se prima si pensava che il ghiaccio rovinasse il vino, adesso questa visione è superata, trovando poi il supporto della miscelazione, che sul tema si trova divisa ma pronta a sperimentare, a volte anche esagerando!

Wine Expert e anche alcuni tra i sommelier più accreditati, hanno appunto decretato lo sdoganamento di questa usanza, probabilmente con l’obiettivo di non respingere il cambiamento verso una visione più contemporanea della degustazione e un consumo di vino in modo più libero, idea che ha ampliato i confini della cultura del “wine pairing” permettendone alcune rivisitazioni e sperimentazioni.

Insomma, se a primo impatto potrebbe sembrare un’eresia, dall’altra bisogna prendere atto che l’idea dei vini “on the rocks” non è più un tabù.

Volendo approfondire il tema, partendo dal presupposto che le cose possano cambiare, o che i gusti si possano evolvere, possiamo dire più in generale che qualsiasi vino giovane e di pronta beva è adatto all’aggiunta di ghiaccio, tenendo conto che questa soluzione è più gradevole in estate, quando con il caldo aumenta il desiderio di sorseggiare qualcosa di fresco. Possiamo quindi affermare rischiando ancora la “blasfemia” che quando sale la temperatura il ghiaccio esalta la piacevolezza e la bevibilità di qualsiasi bevanda incluso il vino.

Quello che mi preme puntualizzare che anche questa volta per me l’ingrediente fondamentale è il ghiaccio e soprattutto, come sempre la sua qualità!

Per esempio, guardando la foto qui sopra ci dovremmo chiedere, come sempre, se il ghiaccio che vediamo è davvero idoneo, poiché l’opacità potrebbe esser il risultato di un’alta percentuale di residui minerali che andrebbero sicuramente a modificare prepotentemente le proprietà organolettiche ed il sapore dello champagne servito.

Ma del resto, se importanti marchi come Moët & Chandono o J.P. Chenet hanno rivoluzionato i loro cataloghi inserendo champagne che prevedono il ghiaccio come elemento in più per rafforzarne il sapore, un motivo o una strategia ci sarà. 

Esplorando nel web e parlando con gli esperti, scopriamo che è stata proprio Moët & Chandon, che presentando la sua gamma Moët Ice Impérial è stata la prima maison di champagne a crearne appositamente uno da essere gustato con ghiaccio. Una nuova esperienza sensoriale che si voleva distinguere per il gusto fruttato, il palato seducente ed una elegante maturità che strizzasse l’occhio ad un pubblico moderno.

Il loro consiglio è quello di mettere sempre almeno tre o quattro cubetti di ghiaccio (ma non vengono specificate forma, consistenza e grammatura, cosa che oramai abbiamo imparato a considerare importante), in quanto è fondamentale alleggerire l’intensità del frutto e accentuarne la freschezza. Unendo poi le foglie di menta, la scorza d’uva bianca o di lime, la buccia di cetriolo, una fetta sottilissima di zenzero, i semi di cardamomo e i frutti rossi (fragole, lamponi), si ottengono variazioni organolettiche sempre più interessanti.

Anche se il vino “on ice” è una tendenza seguita soprattutto tra i più giovani, rispondendo all’esigenza di bere champagne alle feste, ai party in piscina e spiaggia, personaggi che lavorano nel settore del vino hanno reagito in modi diversi e tutti rispettabili, per questo ho voluto coinvolgere amici ed amiche che “ne capiscono e ne bevono” ai quali ho semplicemente chiesto: “Cosa ne pensi dell’utilizzo del ghiaccio nello Champagne?”

La mia opinione questa volta potrebbe risultare contraddittoria, ma non lo è, per me se uno champagne è di ottima qualità ed alla temperatura giusta va gustato prima di tutto da solo, ma anche in questo caso lascio aperta la porta alle sperimentazioni, perché se così non fosse stato in passato molte ricette non esisterebbero.

Chiaramente, e sempre dal mio punto di vista, il tutto deve esser fatto con la volontà di mantenere alta la qualità generale puntando ad un’esperienza volta all’eccellenza.

Detto ciò, nella speranza di aver stimolato riflessioni e dibattiti ancora una volta, voglio concludere ricordando che per quanto sia fondamentale la qualità del ghiaccio, l’esplorare nuovi metodi o il salvaguardare le tradizioni, quello che fa la differenza è l’opportunità di poter fare esperienza…quindi godiamoci queste feste brindando, sperimentando o meno, ma con l’obiettivo di rivederci a gennaio 2023 con tanti spunti nuovi e storie ghiacciate da raccontare, storie che inizieranno attraverso un confronto con un altro grande professionista del settore, l’amico Enrico Mazza – Vicepresidente Extré Champagne e co-founder Sommelier Coach

Un “freddo” abbraccio a tutt* e Buone Feste!

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