Poi comincerei ad affiancarli lentamente ad altri gin poco conosciuti, ma di qualità elevata, cercando di coprire più zone di produzione e stili di distillazione possibili. Una bottigliera interessante potrebbe essere composta anche solo da 15-20 etichette se i prodotti sono selezionati bene, anche se per me è diventata una malattia al punto che sono arrivato a tenere oltre 400 gin.
In ogni caso io seleziono sempre in base a ciò che piace a me stesso: perché mai dovremmo vendere qualcosa che non ci piace?
iG: Quanta importanza ha avere un certo numero di toniche/sodati e perché?
SA: Bisogna tenere presente che non tutte le toniche sono uguali, di conseguenza due Gin-Tonic fatti con lo stesso Gin e due toniche differenti avranno un gusto diverso tra loro. Io consiglierei di avere due toniche standard, ovvero toniche che non abbiano delle peculiarità spiccate, le cosiddette Neutrali (ad es. Thomas Henry; Cortese; Fever Tree Indian). Poi di provare delle toniche con degli aspetti più particolari, come le “sugarless” (Golden Monaco; J Gasco Bitter). Ed Infine due toniche di grandissima eleganza, premium per intenderci, toniche che possano dare una marcia in più al drink (Scortese; FeverTree Mediterran o Indi).
La differenza tra le toniche Neutrali e le altre è che il gusto delle prime non persiste sul palato, invece le aromatizzate hanno una persistenza maggiore. E’ importante non abbinare le toniche più forti a gin troppo deboli, perché andrebbero a coprirne i sapori. Ci sono però alcuni gin che vengono apprezzati in parte proprio grazie all’abbinamento con toniche aromatizzate, per esempio Gin Mare con Fever Tree Meditterran Tonic Water o Whitley Neill con Scortese.
iG: Non possedendo macchine del ghiaccio che producono cubetti/cuboni da urlo, come posso muovermi per realizzare il mio Gin Tonic nel migliore dei modi?
SA: A meno che non ti serva davvero tanto non ha senso spendere tanti soldi per una macchina del ghiaccio particolare, ma devi tenere presente che però in un Gin Tonic il ghiaccio è anche più importante del gin stesso! Eseguire una manutenzione più costante può cambiare le carte in gioco. Possedere dei cubetti puliti è già un passo importantissimo.
Come prima cosa versiamo il ghiaccio all’interno del bicchiere per raffreddarlo. Il primo strofinamento di ghiaccio sul bicchiere aiuta anche togliere lo strato di brillantante all’interno. Togliamo poi l’acqua di sudorazione esterna al cubetto. Il cubetto rimane a 0 gradi, la parte che sta andando a sciogliersi è più calda e scolandola rallenteremo ancora di più l’annacquamento. Raffreddando il bicchiere manualmente in media produciamo 1,5cl-2cl d’acqua, scolare quindi diventa importantissimo: la base di gin è di 5cl, fate voi.
Aggiungo un appunto mio personale: secondo me il bicchiere più adatto per un Gin Tonic non è il Baloon ma un Tumbler fatto bene.