Storia ed etimologia dell’arancio
Alcuni ritengono che i pomi dorati, rubati da Ercole nel giardino delle Esperidi, fossero arance, ma non sembra che il mondo classico ne avesse conoscenza. Furono gli Arabi a diffondere gli agrumi in tutte le coste del Mediterraneo e forse essi, a loro volta, li importarono dall’Oriente, dove erano diffusi dalla più lontana antichità. Sicuramente l’arancio amaro fu uno dei primi agrumi ad essere importato in Europa, probabilmente verso il I° secolo dopo Cristo. Sembra che il merito sia del Romani, i quali conobbero questa pianta nel regno di Alessandro Magno per poi introdurla nel bacino del Mediterraneo. Anche il nome stesso “arancia” sembra di origine mediorientale; narandj sarebbe infatti il termine arabo che a sua volta deriverebbe dal sanscrito nagaranga che significa “frutto favorito dagli elefanti”. Più verosimile è comunque l’etimologia latina di aurantium , la quale può benissimo derivare da aurea per stare a significare una pianta dai “frutti aurei”, ovvero una pianta che, oltre che ad essere ben nota per le sue qualità organolettiche, rappresentò una rara e significativa funzione decorativa in tutti i giardini delle zone temperate d’Europa. Basti pensare ai giardini francesi dell’epoca di Luigi XVI decorati di grandi casse contenenti gli alberelli d’arancio o al celebre “patio de los naranjos” dell’Alkazar di Siviglia e del Generalife di Granada noti per l’effetto “inebriante” e decorativo dei loro aranci.