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50 Best Discovery: vi presentiamo Aguardiente (Marina di Ravenna)

Vanessa Piromallo
March 13, 2024

La nostra intervista a Jimmy Bertazzoli del Aguardiente di Marina di Ravenna, uno dei locali italiani entrati nella piattaforma 50 Best Discovery

Tutti conosciamo la classifica annuale 50 Best e sul sito ufficiale troviamo anche il database 50 Best Discovery con 3.200 ristoranti, bar e hotel fra i migliori al mondo. Durante l’ultimo aggiornamento sono ben quattro i bar italiani entrati nella piattaforma: Moebius e Nik’s&Co. di Milano, Gucci Giardino 25 di Firenze e Aguardiente di Marina di Ravenna.

Abbiamo approfondito l’offerta di questi luoghi assieme alle persone che li vivono ogni giorno. Oggi parliamo con Jimmy Bertazzoli, proprietario di Aguardiente. Un Rum Bar perfetto per gli appassionati di questo distillato e per chiunque voglia saperne di più. Un luogo intimo e accogliente dove poter fare degustazioni o godere di cocktail deliziosi, magari accompagnati da qualche bontà gastronomica come salumi e formaggi ricercati. Lascia a bocca aperta la magnificente collezione di bottiglie ricercate, tutte a disposizione per la degustazione.

Ciao Jimmy, parlaci di te e di Aguardiente.

Lavoro dietro al bancone da 27 anni: il locale ha 7 anni di vita e rappresenta il mio percorso. Ho fatto diverse esperienze, ho lavorato in un locale dei 50 Best ad Amsterdam e sono stato socio di un bar da alti volumi e stagionale, quindi durante l’inverno potevo viaggiare. Negli ultimi 10 anni gran parte di questi viaggi hanno avuto come destinazione l’America Latina e soprattutto i Caraibi ed è in queste isole che è nata la mia passione per la canna da zucchero, condivisa con Luca Gargano, che per me è stato fonte di ispirazione. Da tutto ciò è nata l’idea del format di un Rum Bar, che si è concretizzata in Aguardiente.

Quali sono i punti di forza di Aguardiente?

Sebbene io sia in un piccolo paese di provincia, la collezione di bottiglie e la qualità del servizio richiamano una bella clientela, anche internazionale. Diciamo che l’offerta riesce a sconfiggere lo svantaggio della posizione geografica.

Tutta la collezione è in mescita: puoi telefornarmi per chiedere se ho una determinata bottiglia aperta e venire a provarla.

Inoltre l’architettura del luogo è unica, una casa coloniale creola. Un gioiello architettonico che tanti turisti vengono a fotografare. All’interno l’ambiente è intimo, riservato e tranquillo, come la nostra clientela richiede.

Come è stata creata la carta dei cocktail?

Da quest’anno il menù è stato cambiato ed è diventato un vero e proprio photobook di 180 pagine, ricco di foto di Haiti, delle distillerie del luogo e degli alambicchi. Questo è il volume 1: ogni anno ne uscirà uno nuovo e il prossimo sarà Guadalupe. Per noi è un asset importante quando facciamo le degustazioni perché ci dà la possibilità di far vedere i posti e gli strumenti di cui stiamo parlando.

Per quel che riguarda i cocktail, la carta è divisa in tre parti. Nella prima troviamo le 8 signature di questo menù; nella seconda, denominata “Genesis”, sono presenti 8 cocktail che hanno fatto la storia della miscelazione caraibica, che abbiamo sempre servito e sempre serviremo; la terza parte si chiama “Last Call” ed è composta dai signature cocktail dei sette menù precedenti all’attuale che hanno avuto più successo.

Abbiamo poi una selezione di vini naturali e di champagne, per concludere con la nostra offerta di gastronoma: formaggi francesi, Pata Negra, acciughe del Cantabrico e altre prelibatezze.

Quale cocktail bisogna per forza provare ad Aguardiente?

Anche se spesso bistrattati, noi amiamo i grandi classici: Caipirinha, Ti’ Punch e Mojito. Ne abbiamo grande rispetto perché è evidente che oltre un secolo e mezzo di vita hanno ancora molto da dire.

Da noi infatti vengono valorizzati drink e prodotti che hanno radici di almeno due o tre secoli, le bevande popolari tipiche dei Caraibi nel XVII secolo, con un focus sui piccoli produttori di qualità.

Cosa pensi possa significare per il locale il riconoscimento Discovery 50 Best?

Penso rappresenti un ulteriore aiuto nell’attrarre un pubblico internazionale. A Ravenna si tengono convention globali e noi ci troviamo in un porto d’attracco per le navi da crociera, quindi l’essere in questa lista, molto seguita all’estero, può portare a noi i turisti più attenti e curiosi.

Aguardiente: Don’s Special Daiquiri #3

Il Rum è un distillato di nicchia o attrae molti consumatori anche in Italia?

Negli ultimi cinque-sei anni stiamo assistendo a quella che si può definire una “Golden Age del Rum”. Questo distillato sta infatti ripercorrendo le tappe che ha percorso 30 anni fa il whisky: i nuovi disciplinari e le regolamentazioni permettono di tornare ad apprezzare il rum di qualità. In Italia il pubblico di amanti del rum è ben presente; in Europa sono Francia e Italia i paesi che meglio rispondono al richiamo della canna da zucchero. Siamo agli inizi, ma stiamo parlando di una cultura radicata e vedremo sempre più in risalto i piccoli produttori artigianali di qualità.

Per me il Rum è sentimentalmente legato ai Caraibi, ma è interessante notare che oggi è possibile trovare anche rum italiani, soprattutto grazie al ritorno, in Sicilia, della coltivazione della canna da zucchero, anche se siamo ancora agli albori ed è troppo presto per fare predizioni o dare valutazioni.

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