Il gin che Tse ha lanciato nei mercati europei assieme al socio Shakib Pasha, co-fondatore dell’azienda di food&beverange Ming Fat House, è Porcelain Gin, prodotto nella distilleria aperta dai due nel Laoning, il luogo da cui proviene la famiglia di Tse. Il distiller è un grande esperto, vincitore di molti premi e di origine tedesca, Kai Seidenhefter, attualmente impiegato presso Fieldfare Gin.
Porcelain Gin è distillato con 18 botaniche selezionate tra la produzione biologica della famiglia Tse e nel mercato locale. Tse ha raccontato che la ricetta definitiva è stata scelta dopo oltre 30 ricette create, in quanto dà vita a un gin fresco, pulito e ben bilanciato. Hanno anche definito il prodotto come “Shanghai Dry Gin” per sottolineare la sua territorialità, un po’ come ha fatto il gin italiano VII Hills chiamando il gin “Italian Dry Gin”, riprendendo la dicitura “London Dry Gin” e modificandola. Tse dice di aver scelto il nome di Shanghai perché è la città che con la sua vitalità unisce tutta la Cina in un paese unico per quanto vasto e differenziato.
Il gin è effettivamente prodotto con metodo London Dry utilizzando almeno il 90% di botaniche provenienti dalla Cina. Oltre al ginepro della Mongolia, Porcelain Shanghai Dry Gin contiene bacche di Goji, pepe di Sichuan, cardamomo, coriandolo, mandorle, nocciole, arancia, limone, pompelmo, lavanda, rosa e altri ingredienti segreti. In concomitanza col lancio del prodotto hanno anche lanciato un’edizione speciale aromatizzata, un “Mandarin Gin” con spiccate note di agrumi. Anche il packaging è molto curato e mostra la territorialità del prodotto. La bottiglia infatti appare come i famosi vasi di porcellana cinesi; è stata disegnata dall’artista Lala Curio ed è prodotta a Hong Kong da Loveramics. Il brand sta ora sviluppando la distribuzione in Cina per poi raggiungere i nuovi mercati.
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