Sono già molti i membri della Scottish Craft Distilling Association (SCDA) che si sono avvalsi della biblioteca delle botaniche della Heriot-Watt University di Edimburgo per creare i loro gin e liquori. Fra le piante scozzesi a disposizione troviamo l’ortica, la lavanda, il tarassaco 8o dente di leone) e il chagga fungus, che cresce sugli alberi di betulla.
Secondo i dati di Scotland Food and Drink addirittura il 70% del gin prodotto nel Regno unito proviene dalla Scozia. Stimano che le vendite raggiungano il miliardo e mezzo di Sterline entro il 2020, di conseguenza è molto importante che i produttori rispettino gli standard per l’esportazione.
Matthew Pauley, assistant professor del ICBD, ha spiegato: “Per definizione il gin deve avere un predominante sapore di ginepro. Creare un nuovo gin che si faccia notare sul mercato richiede l’uso di botaniche che apportino un sapore, un aroma e una sensazione in bocca delicati che si possano ben accompagnare a quelli delle bacche di ginepro o che possano potenziarli. La nostra biblioteca delle botaniche aiuterà i produttori scozzesi a creare gin con botaniche locali che siano a disposizione essicate e provenienti da fonti sostenibili per accertarsi che esse siano sempre disponibili e ci sia costanza nella produzione. La biblioteca ci permette di mostrare ai produttori l’apporto che la botanica dà al gin quando utilizzata prima o dopo la distillazione.”
La Dottoressa Annie Hill, professore associato dell’ICBD, ha aggiunto: “E’ venuto da noi un produttore di gin che aveva utilizzato le botaniche locali nel suo gin ed esso non è stato ammesso negli USA. Abbiamo scoperto che circa metà delle botaniche della nostra biblioteca non sono presenti nella lista delle piante riconosciute come “sicure” negli Stati Uniti (GRAS), di conseguenza i produttori che le utilizzano rischiano che i loro gin non vengano ammessi nei confini statunitensi senza diritto d’appello. Per questo motivo stiamo testando gli elementi potenzialmente tossici che possono essere presenti in queste botaniche per dimostrarne la sicurezza per i consumatori, così che i produttori di gin abbiano tutte le prove di cui hanno bisogno per provare che i loro gin sono sicuri. Le botaniche non sono pericolose per i bevitori di gin, poiché anche qualora presentino componenti tossiche esse sono a una concentrazione talmente irrisoria nell’alcol da non apportare alcun rischio per la salute.”
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