Naomy Joy, in risposta a queste problematiche, ha deciso di piantare nella sua tenuta una cinquantina di piante di ginepro poco più di un mese fa. In questo modo spera che, in caso di carenza nella fornitura, possa avere sempre a disposizione le proprie piante e magari poter rifornire anche altri produttori, che infatti stanno mostrando interesse verso questa possibilità. A suo vantaggio ha il clima e il terreno della zona, particolarmente favorevoli, però ci vogliono dai 3 ai 5 anni prima di poter raccogliere le bacche di ginepro dopo aver piantato.
Joy non è l’unica ad aver avuto l’idea e sono altri i produttori inglesi di gin che stanno creando i propri gineprai. Alcuni si sono trovati a dover combattere con questo fungo letale che sta colpendo il paese, altri stanno semplicemente aspettando che passino gli anni necessari al primo raccolto. In ogni caso noi ci chiediamo: si parla tanto di come la Brexit cambierà la vita e l’industria in Inghilterra, ma in che modo potrà causare problemi negli altri Stati Europei? C’è un qualche rischio per gli esportatori di ginepro dall’Italia? Se tra i nostri lettori c’è qualcuno coinvolto in questo business vi invitiamo a condividere con noi la vostra esperienza e il vostro pensiero!