Sicuramente questo gin dalla quadrupla distillazione è estremamente complesso, anche se mantiene una certa morbidezza nel sapore. Forse è la sua complessità ad affascinare i consumatori, ma sicuramente anche la sua immagine accattivante sta giocando un ruolo importante per la crescita del brand. Bulldog Gin ha infatti un tocco british e aggressivo, ma per nulla volgare, gioca sul lato più trasgressivo della cultura inglese, ma grazie a contrasti di colori e particolari ben studiati, con la sua Union Jack su sfondo nero nel logo e il collare di borchie sul collo della bottiglia.
Bulldog Gin è distribuito da Gruppo Campari dal 2013 e, visti i risultati, ha fatto un grande lavoro promozionale per quello che è un gin artigianale prodotto da un ex banchiere con la passione per il gin, facendolo diventare il gin premium dalla crescita più rapida secondo i dati raccolti da IWSR tra il 2011 e il 2015. I numeri sono infatti raddoppiati nel giro di due anni, fra il 2013 e il 2015, raggiungendo le 113.000 casse da 9 litri esportate nell’ultimo anno.
Asshuman Vohra, creatore di Bulldog Gin e CEO dell’azienda, si è dichiarato entusiasta per questi numeri che hanno trasformato quello che era un sogno, il suo sogno, in una concreta posizione di leadership nella categoria dei gin premium.
Tra l’altro Bulldog Gin, che sin dal suo esordio nel 2006 ha ricevuto il più alto rating mai dato a un gin su Wine Enthusiast Magazine, secondo gli accordi con Gruppo Campari nel 2019 povrebbe diventare di proprietà del colosso se determinati obiettivi verranno raggiunti. C‘è quindi da aspettarsi ancora molte iniziative da parte di questo brand e forse anche grandi cambiamenti. Noi stiamo a vedere cosa accadrà… Enjoy and God Save the Gin!
Per ulteriori informazioni su Bulldog Gin consulta la nostra scheda.