Pochissimi cocktail hanno un legame strettissimo e un’identificazione totale con il luogo dove sono nati. Ma basta pronunciare la parola magica Mojito e dal bancone del bar siamo immediatamente trasportati all’Havana tra musica, palme e spiagge bianche.
La fortuna del Mojito si deve ad uno splendido narratore e formidabile bevitore, Ernest Hemingway, che soggiornò sull’isola tra gli anni ’30 e gli anni ’50. Il bancone del bar dove lo scrittore era solito sedersi era quello della Bodeguita del Medio, dove la sapiente mano del barman Angel Martinez provvedeva a mescolare Hierba Buena, lime, zucchero, soda e rum per dissetare gli avventori.
A Cuba Hemingway, ristorandosi con svariati mojiti compose una delle sue opere più famose, Il vecchio e il mare. La magica miscela doveva essere di grande ispirazione dato che questo libro gli fece vincere il premio Pulitzer nel 1953 e il premio Nobel nel 1954.
L’origine di questo iconico drink è però molto incerta e se ne attribuisce la paternità al pirata per antonomasia, Sir Francis Drake che sbarcato a Cuba nel XVI secolo, per ristorarsi mescolò all’alcolicissima e grezza aguardiente, lime, acqua, zucchero e una varietà locale di menta, la Hierba Buena.