Giner

Gin del Professore Monsieur: la storia del bathtub gin alla lettera...

Flavio Orlando
May 16, 2018

La fantasia di Flavio Orlando ci porta oggi, in modo insolito, alla scoperta del Gin del Professore Monsieur, il bathtub gin italiano

Da qui ho una vista incredibile. Ci ho messo un po’ ad apprezzarla, da ignorante quale sono non mi viene facile dare giudizi sulla bellezza delle cose, soprattutto dei paesaggi. Però piano piano, ascoltando i discorsi del professore con i suoi amici o semplicemente le frasi che dice quando apre la finestra, da “Roma sei stupenda” a “guarda che spettacolo i Fori” con tutte le sfumature in mezzo, ho iniziato a capire la portata magnifica di questa vista. E per fortuna che ho iniziato a goderne, perché con tutto il lavoro che mi sta facendo fare ultimamente non riuscivo più a vivere con serenità.

Perché dentro me????

Io voglio capire dove era e cosa faceva il professore il giorno che ha deciso di distillare gin. Ma perché un’idea del genere? Ma soprattutto perché proprio farlo a casa? Perché proprio in bagno?? Perché dentro me???

Io sono una vasca e sono venuta al mondo per essere un luogo di pulizia e detersione. Rendo felice bambini con paperelle e lavo il sudore del lavoro agli adulti. Non esisto per contenere cinquanta litri di distillato di ginepro in cui infondere a freddo spezie e botaniche varie. Non sono un semplice volume da riempire a piacimento del professore per i suoi esperimenti alcolici e i suoi sogni da pioniere del gin. Ho una dignità di vasca e la mia libertà viene lesa in questa maniera! Ma che modi sono?

Illustrazione di Flavio Orlando

E poi è una fatica che non ti dico. Arriva con questo barile pieno di distillato di ginepro, il professore mi tappa e mi svuota l’alcolico dentro. Per carità ha un buon odore, però sono sicura che mi rovina il colore delle pareti, mi mangia mi scrosta! Poi butta queste spezie nella vasca, sono tante e tutte diverse, le nomina tutte una a una. Poi lascia che liberino essenze profumate e sapori nel distillato, le fa riposare come dice lui, e queste macerano macerano, e io lavoro lavoro.

Un giorno ho parlato col barile che porta il distillato di ginepro. Mi ha detto che il professore, che ormai ha raggiunto la ricetta giusta ed è felice del risultato, sta contattando una distilleria del nord Italia, se non andava confondendosi era una distilleria piemontese, una certa Antica Distilleria Quaglia. Vuole aumentare la produzione e commerciare il gin. Da egocentrico com’è ha deciso di chiamarlo Gin del Professore, questa prima versione sarà À la Monsieur, Gin del Professore – À la Monsieur. Per tutto il lavoro che faccio avrebbe dovuto rendermi onore e chiamarlo Gin del Professore – À la vasc! Il merito è anche il mio.

Illustrazione di Flavio Orlando

Poi prende tutto il liquido, che non esiterei a chiamare nettare, e lo travasa di nuovo nella botte e poi se ne va. Non so dove finisce il processo per poi imbottigliarlo, se su un tavolo o una sedia, ma sono sicura che finisce l’operazione in soggiorno, spesso sento il tappeto lamentarsi perché gli versa addosso il gin e al tappeto non piace il gin.

Ma quando finisce il travaso, e non riesce a prendere il fondo e lo lascia scendere nei tubi, e mi scivola dentro e mi bevo quell’ultimo decilitro che non è riuscito a prendere…oooooh che bontàà!!! Quaaaanto mi piace!!

E ripenso alle spezie che mette, cioè alle botaniche come le chiama il professore. Le va elencando mano a mano e io mentre bevo provo a capire a quale nome corrisponda quale sapore. Me lo vedo di fronte a me, il prof, con quel sorrisone: “Un po’ d’arancia dolce, della soave camomilla, profumata lavanda, della dolce vaniglia, amorevole rosa, dell’ottimo cardamomo, ecco l’angelica, e della zedoària… e per finire un ingrediente segreto che non diremo perché il segreto mantiene il sapore come diceva nonna.”

Illustrazione di Flavio Orlando

Fa bene il professore a voler produrne di più, a decidere di venderlo. Chissà come lo faranno su alla distilleria Quaglia, chissà chi sarà il fortunato che berrà il fondo del travaso. Ho un cugino su in Piemonte, è un grosso alambicco di rame che so lavorasse per qualcuno di questi produttori. Può essere proprio che stia lì, alla Quaglia. Già me lo vedo il prof che viaggia in treno con la sua ricetta e la bottiglia campione del Gin del Professore – À la monsieur, pronto per proporsi e per ripetere col sorriso sornione tutte le botaniche infuse a freddo che ha il suo distillato.

Chissà se a quel punto mi penserà, chissà se si ricorderà che anche io sono un po’ la mamma di questo gin.

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