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Il ghiaccio nei cocktail: funzioni e consigli

Paolo Topa
November 17, 2012

A volte non ci si pensa, ma il ghiaccio è a tutti gli effetti uno degli ingredienti del tuo cocktail e il suo ruolo non va sottovalutato...

Il ruolo del ghiaccio nella preparazione dei cocktail è da molti sottovalutato, ma di certo non dai professionisti del settore che conoscono bene quale sia l’importanza di questo elemento nel mondo del bartending. Gli appassionati che saltuariamente si preparano i mix tra le mura di casa spesso non ripongono sufficiente attenzione su questo aspetto, anche perché sovente si preferisce preparare il ghiaccio utilizzando sacchetti o stampini di plastica da riempire con acqua corrente.
E questa non è certamente la scelta migliore.

Raffreddare e diluire

Ma qual è il ruolo del ghiaccio? Molto semplice: diluire e raffreddare. E’ proprio in funzione di questo che il ghiaccio “home made” non è da preferirsi in quanto non è realizzato in maniera tale da svolgere al meglio questo ruolo. Il ghiaccio alimentare (acquistabile in sacchetti preconfezionati nei supermercati e nei drink-shop di medio/grandi dimensioni) è la scelta corretta in quanto realizzato in blocchi di grande dimensioni e soprattutto “pieni”: in questo modo il cubetto si scioglierà più lentamente (evitando un’eccessiva diluizione) e raffredderà in maniera più efficace e costante il nostro drink.

Il ghiaccio è fondamentale anche nella fase di raffreddamento del bicchiere: per esempio nel Dry Martini è importante usare 4-5 cubetti per abbassare la temperatura della coppetta, facendoli ruotare lentamente con un bar spoon per poi eliminare il ghiaccio in un secondo momento. E’ poi altrettanto importante drenare l’acqua in eccesso che si fosse creata nel bicchiere, questo per limitare la diluizione del cocktail al solo istante nel quale il nostro drink sarà consumato.

C’è anche da valutare un altro fattore: il ghiaccio è un alimento, può contenere una serie di microrganismi derivanti dalla materia prima (l’acqua) oppure da una non corretta manipolazione in fase di realizzazione (pensate per esempio alla necessità di avere delle mani perfettamente pulite durante le operazioni).
Tutto questo comporta dei rischi – anche se minimi – nelle produzioni “casalinghe”, mentre al contrario il ghiaccio acquistato è un prodotto sicuro dal punto di vista sanitario in quanto realizzando seguendo rigide norme in materia di sicurezza alimentare.

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Ma se proprio volete realizzare del ghiaccio “home made” allora fate in modo che ci sia un senso in questa operazione: utilizzate degli stampini in silicone di grandi dimensioni (ce ne sono su Amazon di forma sferica, le cosiddette Ice-Ball). Potete anche inserire al loro interno delle botaniche che richiamino il garnish che avete intenzione di utilizzare nel vostro Gin Tonic. Il risultato sarà molto bello da vedere e al contempo efficace in termini di raffreddamento e limitata diluizione.

Ultima curiosità: avete mai sentito parlare dei cubetti di ghiaccio in acciaio inox? Si tratta di cubi di metallo che, riposti in freezer, sono capaci di assorbire il freddo rilasciandolo successivamente una volta immersi nel nostro drink. Il vantaggio di questo strumento sta ovviamente nel fatto che questi cubetti sono riutilizzabili all’infinito, totalmente igienici e – perché no – anche piuttosto coreografici. Inoltre non permettono nessun tipo di diluzione e questo è un indubbio vantaggio nella “bevuta liscia” di molti distillati.
Ma attenzione: sono decisamente meno efficaci in fase di raffreddamento e sono quindi sconsigliabili in tutte quelle circostanze in cui è necessario abbassare drasticamente la temperatura (per esempio durante l’estate) o qualora il drink da raffreddare sia di parecchi centilitri. In sintesi: utilizzateli per due dita di whisky o per un bicchierino di amaro durante l’inverno, non certo per un abbondante Gin Tonic da bere nella calura di una giornata soleggiata.

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