Eccoci ad un nuovo appuntamento con la bevanda più famosa del Sol Levante! Nello scorso articolo abbiamo visto come il sake viene prodotto. Ho accennato al fatto che non tutti i passaggi siano in effetti obbligatori e che spesso vengono eseguiti o meno anche in base allo stile si sake che si vuole ottenere. Ecco un elenco delle principali tipologie di sake ottenute tramite modifiche al processo produttivo! Iniziamo!
Genshu (原酒)
Come abbiamo visto, il sake viene in genere diluito prima di essere imbottigliato. Non è obbligatorio farlo: quando questo passaggio viene saltato si ottiene il genshu. In genere più forte e rustico del sake “normale”, questa scelta di stile è di norma incompatibile con le tipologie speciali di sake, che ricercano invece finezza di corpo ed aromi. Attenzione però! Solo “di norma”! Non è detto che un genshu debba per forza avere un’elevata “troppo” alcol e sentori grossolani: il livello alcolico può essere abbassato sì per diluizione, ma anche interrompendo la fermentazione prima che gli zuccheri si convertano totalmente in alcol. Si hanno così genshu più leggeri (intorno al 13% di alcol), fini e adatti a categorie superiori, persino daiginjō, anche se di norma più dolci al palato.