Desmond racconta che nei suoi primi 40 anni di esperienza ha lavorato con ricette già esistenti, quella di Plymouth Gin e quella di Beefeater London Dry Gin. Nel suo ufficio ha davanti alla scrivania il ritratto di James Burrough, il creatore di Beefeater, che lo guarda costantemente per assicurarsi che non modifichi la ricetta! Solo dieci anni fa Payne ha finalmente potuto dare vita alla sua prima creazione: Beefeater 24. Ecco uno per uno gli elementi che ha dovuto considerare per l’ideazione e produzione di un gin.
Cominciamo con la definizione data dall’Unione Europea, fondamentalmente molto generica. Innanzitutto in un gin l’alcol di base deve essere neutro, senza sapore, e ha una gradazione del 95%. Di solito viene acquistato da aziende produttrici, ma ultimamente molte piccole distillerie hanno cominciato a produrre il proprio alcol di base. In ogni caso Payne dice di preferire l’alcol molto neutro. Per quel che riguarda invece i sapori, cioè le botaniche, quella principale – secondo la definizione Europea, ma anche secondo il master distiller – è il ginepro. La scelta delle bacche è dunque fondamentale. La maggior parte dei gin, compreso Beefeater, utilizza bacche di ginepro italiano, soprattutto toscano. I cespugli non sono coltivati, ma crescono selvatici e sono quindi facilmente soggetti ai cambiamenti climatici. per questo motivo Beefeater si fa consegnare diversi lotti di bacche di ginepro e poi il master distiller e il suo team scelgono quelle che vanno meglio per garantire continuità nel sapore e nell’aroma del gin. Per testare le bacche bisogna spaccarle per liberarne gli oli essenziali, poi la selezione viene fatto utilizzando il proprio senso dell’olfatto. Poiché però i sensi non sono perfetti viene effettuata anche una piccola distillazione delle bacche in modo da saggiarne il risultato nel distillato. A novembre si tiene quello che nella distilleria di Beefeater chiamano “Juniper Sniff Day”, il giorno in cui si annusa il ginepro.