Interviste

Franco Gasparri, Brand Ambassador di Diageo racconta i suoi gin - prima parte

Vanessa Piromallo
April 14, 2015

Franco Gasparri, Master Ambassador di Diageo, l’azienda produttrice di molti famosi gin fra i quali i Tanqueray Gin e i Gordon’s Gin, si racconta davanti ad un gin tonic Tante notizie e curiosità che lasceranno i Giner a bocca aperta. Prima parte della serata passata con uno dei più grandi esperti internazionali di distillati.

ilGin.it: Raccontaci chi sei, cosa fai

Franco Gasparri: Sono Franco Gasparri, Master Ambassador di Diageo, esperto del mondo dei distillati tra cui il gin. Il mio ruolo è quello di andare a raccontare la storia dei prodotti di Diageo, tra cui i gin Tanqueray gin, cosa c’è in una bottiglia, qual è il modo migliore per degustarla, in altre parole racconto il modo di vivere dei prodotti che Diageo produce con cura e attenzione.

iG: Parliamo di uno dei tuoi gin, il Tanqueray gin

FG: Sono un appassionato di Tanqueray gin classico, però mi piaceva di più quello di qualche mese fa…

iG: Cos’è cambiato?

FG: L’Italia erava l’unico paese in Europa dove il Tanqueray gin aveva la stessa gradazione di quello inglese, che è 47,3%, negli altri paesi la gradazione era 43,1%; poi per questione gestionali tutta la produzione è stata uniformata.

L’alcol dà la struttura del gin e quindi aiuta a sviluppare gli aromi, i profumi, ma anche le spalle del gin stesso e qualche grado in più era importante.

Il mio preferito è il Tanqueray gin classico…ma lo preferivo qualche mese fa…

Franco Gasparri, inserito nella cornice dell'intervista

Franco Gasparri, inserito nella cornice dell’intervista

iG: Quello che ci ha stupito del Tanqueray gin è che non è costruito su qualcosa che sia l’agrume

FG: Sì, solo quattro botaniche: angelica, ginepro, liquirizia e coriandolo, pensa che è il gin più copiato al mondo e nessuno è riuscito a farlo uguale. Il coriandolo è comunque una botanica che da note molto agrumate.

iG: Nel 1937 erano stati messi in commercio un Tanqueray gin al limone e uno all’arancia ma sono durati poco…

Quello è stato un anno di sperimentazione per il Tanqueray gin, il progetto è durato pochi anni.

iG: L’innovazione più grande nel mondo del gin?

FG: Alexander Gordon che nel 1769 ha inventato il sistema  London Dry Gin.

Prima il gin era fatto solo per macerazione delle bacche di ginepro e di altre erbe in una soluzione idroalcolica, filtrato e addolcito con zucchero a causa della cattiva qualità dell’alcol di base.

Gordon fu il primo ad aromatizzare il gin attraverso la distillazione. L’alcol di base era dato da una duplice distillazione e dopo la macerazione delle botaniche, si distillava una terza volta. Gordon aveva creato una cartella botanica che includevano  l’angelica, il cardamomo, le bucce d’arancia essicate per dare al gin attraverso la distillazione altri aromi oltre al ginepro.

Portando l’alcol a 78.4 gradi evapora e trasporta le essenze naturali degli aromi che hai utilizzato nella macerazione. Alla fine del percorso ottieni questo distillato che è aromatizzato ma secco.

La più grande innovazione nel gin? L’invenzione del sistema London Dry Gin

Franco Gasparri, Brand Ambassador di Diageo intento a sorseggiare un Gin&Tonic

Franco Gasparri, Brand Ambassador di Diageo intento a sorseggiare un Gin&Tonic

iG: Parlando di distillazione moderna è meglio la distillazione continua e di quella discontinua?

FG: La distillazione discontinua, quindi l’alambicco tradizionale, da un risultato che ha più acqua e più erbe aromatiche; la gradazione alcolica attorno è intorno ai 70 gradi. Nella distillazione continua, ovvero quello a colonna, il distillato risulta meno pesante, perché l’alcol fa un percorso molto lungo.

Alcuni whisky di qualità, hanno un alcol più fine perchè usano alambicchi molto lunghi. E’ un alcol che, come quando corri, che  dimagrisce, più fine e setoso, ma meno aromatico; la gradazione alcolica raggiunge i 93-94 gradi. La purezza e la finezza è migliore con una distillazione continua.

E’ meglio avere più gusto e aromaticità o meglio avere eleganza e finezza?Per certi versi è meglio una cosa per alcuni versi è meglio l’altra.

iG: Allora non avrebbe senso distillare in discontinuo per avere gli aromi e poi finire col distillatore continuo?

FG: E’ quello che ha fatto Charles Tanqueray, con un sistema nuovo per il 1830. Esso consisteva inizialmente di una triplice distillazione. Prima si distilla col sistema continuo, eliminato testa e coda, si ottiene il cuore del distillato, poi si riaggiunge l’acqua pura (processo di idroselezione) e lo si distilla una terza volta. In pratica prendi un distillato, ne tieni il cuore e lo distilli di nuovo per ottenere una finezza altrimenti non raggiungibile. Tutte e tre queste distillazioni sono però continue. La quarta volta invece, quella per ottenere l’aromatizzazione, è discontinua.

E’ meglio avere più gusto e aromaticità o avere eleganza e finezza?

To be continued…

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