Come avete sviluppato la ricetta di Gin Insulae?
Inizialmente avevamo l’idea di fare due gin diversi, uno più secco, “masculo” come si dice da noi, e uno più gentile, “femmena”, ma alla fine abbiamo preferito scegliere una strada diversa. Abbiamo cercato botaniche che provenissero da ogni parte dell’isola e che esaltassero il territorio, tutte selezionate da presidi e IGP. Per trovare partner e fornitori ci ha aiutati Saro Gugliotta, presidente di Slow Food Sicilia.
Volevamo che il gin avesse complessità e ricchezza di odori e sapori caratterizzanti, mantenendo i sentori tipici del gin. Il metodo ideale che abbiamo individuato era quello del “distilled gin”.
Il master distiller di Bordiga, Nicola Serra, non aveva mai lavorato con alcuni degli ingredienti scelti, come la carruba, ma ha riconosciuto le potenzialità e si è dedicato al progetto con entusiasmo. Con lui abbiamo quindi trovato il giusto bilanciamento per realizzare l’idea che avevamo e dopo qualche mese di test ce l’abbiamo fatta.
La difficoltà maggiore è stata la gestione della nota floreale del gelsomino, che serve a dare al gin un profumo che richiama la Sicilia. I primi campioni avevano troppa forza nel profumo e quando è arrivato il campione perfetto io e Marco ci siamo guardati e abbiamo subito capito: “era lui il figlio prediletto”.
A gennaio 2019 abbiamo quindi aperto l’azienda e verso fine maggio eravamo pronti per la distribuzione. Lavoriamo molto con i locali e siamo riusciti a costruire un ottimo rapporto con i bartender che miscelano con Gin Insulae.