L’iniziativa unisce la filosofia “dalla squama alla coda” del ristorante di Paddington, guidato dallo chef Josh Niland, all’approccio sperimentale di Archie Rose. Il lavoro è stato seguito dal master distiller Dave Withers e dal bar manager di Saint Peter, Samuel Cocks. Per la produzione ci si è ispirati al metodo pechuga usato nel mezcal, che prevede la distillazione con ingredienti di origine animale.
In questo caso è stato impiegato un San Pietro pescato in modo sostenibile. Il pesce è stato essiccato nel ristorante per 24 ore su legna, poi disidratato con sale e infine distillato dal team di Archie Rose con l’intento di valorizzare ogni parte dell’animale.
Questo distillato che costituisce la base del gin porta una complessità inaspettata, con note sapide e ben integrate. Il profilo è arricchito da botaniche locali e native, tra cui pepe verde di Kampot coltivato da Niland e Lyndall Picone di Picone Exotics a Mullumbimby, New South Wales. Questo ingrediente conferisce una spinta aromatica fresca e una speziatura fine. Il risultato viene descritto come un gin complesso e ricco di umami, vivace nelle componenti pepate e con un’identità profondamente legata al territorio australiano.









