Hyslop ha dichiarato: “Il processo si avvale degli stessi quattro elementi naturali, che sono orzo, acqua, lievito e quercia, per realizzare un prodotto identico al whisky invecchiato in una frazione del tempo. Non vengono aggiunti additivi o catalizzatori chimici e utilizziamo barili forniti dal bottaio locali e sono gli stessi utilizzati dalle altre distillerie e dai produttori di vino. Ci focalizziamo nel produrre distillati della massima qualità possibile e tutti i nostri prodotti sono distillati a mano utilizzando un alambicco artigianale a fiamma diretta e cereali premium. Prima dell’invecchiamento tutto è esattamente come ci si aspetta da un whisky artigianale ultra-premium, solo che non usiamo semplicemente barili e quindi non possiamo chiamare il prodotto whisky.”
Hyslop ha poi spiegato brevemente che replicano e velocizzano il processo naturale che avviene nei barili attraverso il controllo di parametri fisici e ambientali che influenzano l’ossidazione, l’esterificazione e l’evaporazione riuscendo così a creare il doppio del prodotto nel 2% del tempo solitamente impiegato. L’idea è nata lavorando in diverse distillerie dove ha visto quanto whisky evapora durante la maturazione in botte e quindi quanto spreco inutile avviene, ma nonostante le buone intenzioni è Hyslop è consapevole di quanto controversa sia la sua tecnologia: “Alcune persone sono curiose e di vedute aperte, altre vogliono inseguirmi con forconi e torce. Io personalmente non vedo una gran differenza fra ciò che facciamo noi e l’uso di barili piccolissimi comunemente usati dalle nuove distillerie per accelerare i tempi del processo di invecchiamento.” E ancora: “Ci sarà sempre un posto per il tradizionale invecchiamento in botte, soprattutto per le etichette premium e ultra-premium, ma le tecnologie come la mia stanno diventando sempre più comuni e a un certo punto ci sarà un cambio di paradigma. So bene quanto sia importante il rispetto delle tradizioni, ma penso che mentre un piede viene lasciato nel passato sia importante portare avanti l’altro.
Per maggiori informazioni sui gin invecchiati clicca qui.