Era appena sorto il sole nella fredda mattina di Mecoledì 23 febbraio del 1732, quando il prigioniero fu trascinato fuori dalla sua umida e stretta cella della prigione di Newgate.
Robert Atkinson, un commerciante di pelle della parrocchia di San Martino nei Campi, sapeva che se la corte lo avesse giudicato colpevole per l’omicidio di sua madre sarebbe morto per impiccagione davanti alla folla di Tyburn.
L’accusa era quella di aver spinto la madre dalle scale, la quale, rotolando fino al pavimento del piano di sotto, si era fratturata il cranio e l’osso del collo.
A prima vista, i capi di imputazione contro Atkinson sembravano essere irrefutabili.
Egli abitava con sua madre Ann Atkinson e con la loro serva, Mary Parrot, nell’appartamento sopra il suo negozio. Quella sera tornò a casa ubriaco, battendo i pugni contro la porta e inveendo contro sua madre, che aveva chiuso l’uscio con il chiavistello, e il frastuono svegliò Mary.