La Commissione Europea ha protestato contro questa revisione delle accise, specificando che tali misure potrebbero portare a danni economici non solo ai paesi europei, ma anche agli Stati Uniti stessi. Un portavoce UE ha aggiunto che soprattutto adesso che le aziende devono fronteggiare i problemi economici causati dall’emergenza Covid19, colpire in questo modo i nuovi prodotti aumenterebbe questi problemi per via dell’aumento dei costi nelle catene di rifornimento di nuovi beni. Inoltre ciò potrebbe andare oltre a quanto autorizzato dal WTO.
Anche il Distilled Spirits Council of the United States (DISCUS) si è opposto fermamente all’aumento delle accise perché ciò aumenterebbe le tensioni fra UE e USA, mettendo ulteriormente in pericolo le aziende e i posti di lavoro nel settore dell’ospitalità già messi a dura prova dall’emergenza sanitaria. L’esempio portato da DISCUS riguarda la perdita del 33% dell’export americano del whisky quando la UE ha aumentato al 25% le accise in risposta all’aumento delle tariffe da parte degli USA su acciaio e alluminio: se dispute di questo tipo fra i paesi continueranno ad andare avanti in questo modo i danni saranno sempre più grandi, poiché in risposta a questo aumento la UE potrebbe aumentare le accise su rum, vodka e brandy importate dagli USA, soprattutto considerando che a primavera 2021 la UE ha già programmato di arrivare ad accise del 50% sul whisky americano.
UE e USA devono necessariamente entrambi mettere un freno a questa disputa o il mercato dei distillati potrebbe trovarsi di fronte a inutili problemi economici.
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