L’Angelo Azzurro, assieme all’Invisibile, era quella roba che dovevi assolutamente provare una volta nella vita per poi pentirtene per sempre (quel mal di testa lo ricordiamo bene tutti). Si vociferava che il nome fosse un omaggio a Marlene Dietrich, protagonista del film L’Angelo Azzurro del 1930, ma la voce più accreditata è che si riferisse semplicemente al fatto che il cocktail fosse blu e potesse causare la morte se consumato eccessivamente.
Quello che però mi chiedo a questo punto è: in discoteca anche il Gin Tonic era mediamente fatto molto male e in tanti serbano il ricordo di quella roba che non ha nulla a che vedere con la qualità a cui siamo abituati ora, quindi potrebbe essere che – utilizzando ingredienti premium e miscelandolo per bene – anche l’Angelo Azzurro possa diventare un grande cocktail internazionale amato nel mondo? Amici bartender, esperti e miscelatori: voi cosa ne pensate? Avete idea di come si possa sviluppare questa ricetta per farci dimenticare il ricordo tremendo che ne avevamo?