Il gin
La nuova sede è circondata da un curato orto botanico con una curiosa varietà di Salvia molto carnosa, Artemisia Romana, Liquirizia, Rosmarino, Limoni e qualche pianta di Ginepro ed Elicrisio. Il vero segreto dei gin di Silvio Carta, però, lo troviamo accanto al mare nelle piantagioni di Ginepro Coccolone, una delle cinque varietà autoctone sarde: bacca molto grossa, dolce, balsamica e con una salinità unica.
Fare un gin è molto semplice, lo può fare chiunque: prendi delle bacche di ginepro e le metti in infusione in un alcol neutro.
Fare un buon gin è molto difficile.
Fare un gin ottimo è un’arte.
Partiamo dal presupposto che tutto quello che scrivo mi è costato diversi bicchieri. Elio è una persona molto meticolosa, con una precisione quasi maniacale per quello che si trasforma nelle sue mani; basti pensare che per produrre il suo primo gin ha distillato oltre settemilacinquecento (7500) litri di alcol. Pagati, provati e buttati. Ed è un custode molto attento dei suoi preziosi segreti: per la precisione, un bicchiere di acquavite per ogni segreto è il prezzo che ho dovuto pagare ogni volta che facevo qualche domanda scomoda.
Tirando le somme, con un litro di acquavite ho scoperto che:
1 Elio Carta è stato il primo distillatore di Gin in Sardegna: dopo aver scoperto che la maggior parte del ginepro dei gin nel mondo proviene da Umbria e Toscana ha pensato che probabilmente anche quello sardo avesse qualcosa da dire e che lui potesse essere la sua voce.
2 L’infusione delle bacche di ginepro avviene per circa 15 giorni a freddo. Una volta pronto l’infuso di ginepro vengono aggiunte le altre botaniche e poi si passa alla distillazione. Per stabilire il momento giusto in cui procedere con i diversi passaggi della produzione vengono utilizzati i sensi del gusto e dell’olfatto umani, assaggiando direttamente il liquido.