Durante il Gin Festival abbiamo notato due trend particolarmente interessanti. Innanzitutto, mentre durante altri eventi dedicati agli esperti del settore come il Ginposium e il Junipalooza, entrambi svoltisi a Londra, si dedica molto più spazio ai gin considerati più classici e si ha un occhio molto critico verso i gin aromatizzati, qui al contrario il pubblico ha mostrato un interesse fortissimo per i gin fruttati e particolari. Molti dei brand presenti infatti sono classificati come “contemporary” ed “experimental”, cioè fanno uso di botaniche particolari, anche ardite in certi casi, e molti sono “gin colorati”. Pochi London Dry e nessun gin barricato erano posti fra l’ampia scelta, mentre invece tra botaniche esotiche e frutta di ogni tipo c’era da perdere la testa e in effetti erano i gin maggiormente scelti dai partecipanti.
Per fare alcuni esempi, tra i gin aromatizzati noi abbiamo assaggiato il nuovo Sikkim alla mela verde, la gamma Skully, dall’Olanda, che comprende un gin al mandarino, uno agli agrumi orientali e uno al wasabi, e la gamma PJ Gin con le varianti al lampone, al sambuco e alla mela, ma tra i più noti c’erano anche il Brockmans, molto apprezzato, e il nuovo Pink Royal, una variante del London Dry Pink 47 infusa con frutti di bosco e prodotta in collaborazione con la master distiller Joanne Moore. Fra i gin contemporanei invece abbiamo provato Kuro Gin e Kokoro Gin, entrambi d’ispirazione giapponese, il Gotik, un complesso gin portoghese con frutti rossi e spezie esotiche, e l’Hidden Curiosities, con cinque diversi tipi di pepe, cardamomo verde e diverse varietà di agrumi fra i quali bergamotto e yuzu giapponese. C’era poi anche una buona scelta di gin liqueur, molto popolari nel Regno Unito. Fra questi un liquore di gin alla pesca e ibisco, uno alla patata dolce e prugna e uno alla mela cotogna e zenzero giamaicano.