Consumi di gin da record
Nel XVIII secolo il gin si è guadagnato numerosi nomignoli poco carini, come Mother’s Ruin, Ladies’ Delight, Cuckold’s Comfort. L’inghilterra era infatti intossicata da questa bevanda, così popolare fra i poveri, e soprattutto la popolazione indigente di Londra ha decisamente abusato del gin. Questo periodo è passato alla storia col nome di Gin Craze.
Tra il 1684 e il 1710 la produzione di gin in inghilterra è cresciuta del 400%, mentre è diminuita quella della birra. Uno dei motivi principali è stata la necessità da parte del Re William di finanziare la guerra contro la Francia, dunque nel 1689 è stata vietata l’importazione di distillati francesi e nel 1690 è stato emanato il Distilling Act, che ha abolito il monopolio della produzione dei distillatori, permettendo a chiunque di distillare, e ha aumentato le tasse sui distillati inglesi. Nel 1720 il Mutiny Act ha tolto l’obbligo di ospitare soldati a chiunque distillasse in casa, incoraggiando così la produzione domestica di alcolici, in particolare di gin, creando un surplus di distillatori.
Le cifre sono incredibili: nella capitale solo i rivenditori autorizzati erano oltre 7000 nel 1730, ma esistevano centinaia di venditori per le strade (ancora più impressionante se si considera che gli abitanti di Londra erano 600.000); nel 1733 si è calcolata una produzione di 47 milioni di litri di gin legale, circa 53 litri all’anno per persona; nel 1740 non meno della metà dei luoghi in cui veniva servito alcol era costituita da “gin shops”.