Storia e Distillazione

Storia del Gin 4: i Gin Palace e la nascita del London Dry

Vanessa Piromallo
August 17, 2022

Il XIX secolo rappresenta una delle età d'oro del gin grazie alla nascita dei gin Palace e all'invenzione dell'alambicco continuo...

La Rivoluzione Industriale, gli avanzamenti tecnologici come nuovi modi per lavorare il vetro e le lampade a gas, le nuove norme igieniche dopo le epidemie di colera del 1831 e del 1848, un minore tasso di povertà e la classe lavoratrice emergente sono tutti fattori che hanno contribuito alla nascita e all’aspetto dei Gin Palace all’inizio del XIX secolo e alla loro diffusione a Londra e nel resto dell’Inghilterra. Probabilmente il primo fu Thompson and Fearon’s nella collina di Holborn, aperto tra la fine del 1829 e l’inizio del 1830.

L’invenzione dell’alambicco continuo ha rivoluzionato la storia del gin

Paradossalmente ad aver agevolato la nascita dei Gin Palace fu il Beer Act del 1830, che si prefiggeva di dare maggiore diffusione alla birra rispetto ai superalcolici, permettendo a chiunque di venderla acquisendo una licenza poco costosa. In soli 8 anni aprirono oltre 45mila beer shop in tutta l’Inghilterra e i produttori di gin risposero con qualcosa di altrettanto seducente: l’atmosfera glamour dei Gin Palace, che elevò la reputazione del gin e diffuse l’idea del bere come attività sociale e non come mezzo per dimenticare i dispiaceri.

Gin Palace di epoca vittoriana: dove rivivere oggi quell’atmosfera?

Ma in quegli anni ci fu un altro avvenimento che aiutò a migliorare la reputazione del gin e a riportarlo in auge in Inghilterra: l’invenzione dell’alambicco continuo e la conseguente nascita del London Dry Gin. Ricordiamo infatti che “London Dry” indica un metodo di produzione e non una provenienza ma, essendo inizialmente prodotto soprattutto nella capitale, ha preso questo nome.

Nel 1827, infatti, Robert Stein inventò l’alambicco continuo, brevettato però da Aeneas Coffey nel 1830 e dunque conosciuto anche col nome di “Coffey still”. Con i tradizionali “pot still” o alambicchi discontinui, veniva prodotto un gin qualitativamente scarso che veniva edulcorato con lo zucchero (Old Tom Gin), invece grazie a questa invenzione fu possibile creare distillati più puri, puliti, che non necessitavano altri pericolosi additivi per mascherarne l’odore sgradevole, in minor tempo e con maggiore efficienza. E con la tecnologia cominciano anche ad arrivare i primi grandi professionisti della distillazione del gin, noti ancora oggi, come Alexander Gordon, Felix Booth, Charles Tanqueray e James Burroughs. Risulta chiaro dunque che il gin servito nei Gin palace fosse decisamente più bevibile di quello che era diffuso durante la Gin Craze e alle classi più ricche cominciò a piacere questo “London Dry style”, non zuccherato – e quindi “più sano” – e più secco dunque anche nel gusto.

La più antica distilleria di gin dell’Inghilterra sembra sia la G&J Greenall’s, fondata da Thomas Dakin nel 1761 e tuttora attiva. Man mano ne nacquero molte altre come quelle dei distillatori sopra citati e tra il 1820 e il 1840 i distiller si unirono nel Rectifier’s Club, un gruppo finalizzato principalmente a proteggere gli interessi l’uno dell’altro.

Se il primo London Dry Gin commercializzato fu quello di Gordon (oggi il brand più venduto al mondo), il primo Dry Gin fu in realtà il Plymouth, prodotto nella distilleria aperta nel 1793 nel Monastero di Black Friars dalla famiglia Coates e anch’esso in alto nella classifica dei gin più venduti al mondo ancora oggi.

Nel 1850 Felix Booth convinse il Parlamento a togliere il divieto di esportazione del gin, che nel mondo prese il nome di English Gin, in quanto diverso dal Dutch Gin, cioè il Genever. Inoltre in quegli anni il gin si diffuse non solo tra i ricchi ma anche tra la classe media inglese. Tra i vari motivi, la nascita dei primi “cocktail” arrivati dall’America e l’epidemia di phyloxera che distrusse gran parte dei vigneti francesi (ironicamente causata dagli inglesi che portarono piante malate dall’America) causando carenza di cognac e spingendo l’alta società a sostituire il cognac con il gin.

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