Non senza, a vedere il video, qualche netiquette, come il liquido del miscelato che va ovunque per via dell’eccessiva veemenza del barman-robot, per non parlare degli orribili bicchieri di plastica con cui viene servito il drink nel video, che sembra di stare in una discoteca di quart’ordine.
Le piccole netiquette come queste si suppone che si possano correggere con un’avvitata e una registrata di bulloni qua e là, ma sono molte le cose che, a mio avviso, questo novello Hal della miscelazione non potrà mai fare. Prima di tutto, dare al cliente un’esperienza, che è ciò che chi sta dietro al bancone si sforza di fare ogni giorno. Un sorriso anche nei giorni storti, una parola buona, una spiegazione del drink, un orecchio per ascoltare le richieste e qualche volta le paturnie di chi sta dall’altra parte.
Più di una volta abbiamo raccontato su queste pagine la magia del tempo trascorso seduti agli sgabelli vedendo come si muovono i barman, facendoli diventare professori o confessori, a seconda di come ci si sente in quel momento o di chi si ha davanti. Il bello di frequentare un locale un po’ più spesso è di sapere che il barman ci chiederà: “il solito?”. Senza contare la fantasia, perché non ci sarebbero decine e decine di competition in tutto il mondo fra barman se non ci fossero nuovi cocktail da inventare, nuove tecniche da mostrare, nuove idee da condividere.
E invece una macchina che cosa ti può dare? Probabilmente un servizio veloce, una bottigliera abbastanza ben rifornita che si può magari anche ampliare, uno spettacolino divertente la prima volta che lo vedi. Però dalla seconda volta in poi è tutto già visto, meccanico appunto, come solo un robot sa essere.
Quello del barman non è un mestiere meccanico, è tutto fuorché una catena di montaggio. Guai se lo fosse! Lasciamo che i nerd si divertano a mostrarci cosa sono capaci di costruire, magari gli auguriamo anche di venderne qualcuno, ma per favore non invadete i nostri bar. A noi piacciono i barman in carne e ossa!