Lo chiameremo… Gin!

The Gin Lady
May 10, 2018

Lo sapevate che il nome dell’ultimo Royal Baby è – quasi – anche il nome di un gin? Una lista di nomi “a base gin” per i piccoli Royal Baby in arrivo delle coppie di gin lover

Lo sapranno William e Kate che per il loro terzogenito hanno scelto – quasi – il nome di un’etichetta di gin italiana? Eh sì. E se vi foste persi l’occasione ricordatevi di fare un brindisi in onore dell’ultimo Royal Baby fatelo al più presto, con un gin tonic, a base di Luis Gin Eight, gin dei fratelli Gancia con note di ginepro e agrumi bilanciate da note di coriandolo e salvia. Se fossi nel marketing della Gancia avrei già mandato alla Royal Family qualche cassa di questo gin (che sappiamo che la Regina si fa un gin tonic ogni giorno ed è arrivata a 92 anni). Sulla scia del royal baby, abbiamo pensato ad altri nomi “papabili”, concedendoci anche noi qualche anglicismo, in onore del piccolo Louis, ma approfittando anche della ricchezza della lingua italiana, per adattare i nomi sia a un fiocco rosa che a uno azzurro.

Quale nome dare ai propri figli? Il vero giner si ispira al mondo del gin!

1. Gin

Più chiaro di così si muore. Come nome potrà apparire un po’ eccentrico, sicuramente molto alcolico, senza dimenticare che fa molto anglofilo. Ovviamente a noi piace, ma vi avvisiamo che se il nascituro è destinato a crescere in Italia, qualche controindicazione ce la potrebbe avere, perché oltre agli sfottò a base alcolica, il suffisso “gin” nella nostra lingua si presta facilmente a soprannomi non sempre gradevoli (colpa dell’etimologia greca “gyn”, che vuol dire donna). A meno che non sei Patrick Pistolesi, che è onorato di esser chiamato il “Gin-ecologo” (lo ha dichiarato di recente in un’intervista, parlando della sua collaborazione con il The Gin Corner).

Luis Gin 8

2. Martino/a

In Italia ci sono ben 9.318 famiglie Martini, e poi ci sono i Rossi, che sono 45.677. Sono abbastanza alte quindi le probabilità che ci siano delle coppie Martini e Rossi non solo nella liquoristica, ma anche nella vita. Detto questo, Martini così, al plurale in italiano suona un po’ male perché sembra un cognome, quale effettivamente è. Quindi? Martino o Martina saranno la perfetta “copertura” per un nome gin-ispirato, ma dal sapore non eccessivamente alcolico. Se poi il nascituro farà Rossi di cognome più di un barman sarà contento di offrirgli da bere nella vita.

3. Camillo/a

Inutile dire che Camillo è un nome ispirato al mitico conte Negroni. E se nel caso di Martini abbiamo potuto giocare sul cognome, nel caso di Negroni, beh, meglio evitare. Quindi passiamo al nome. Certo, se chiamerete un maschietto Camillo vi chiederanno in molti se era il nome del nonno, visto che tende ad essere un po’ demodé. In compenso, da grande il nascituro potrà vantarsi di avere un nome nobile. Se è femmina e la chiamate Camilla, invece, molti meno problemi, perché è abbastanza di moda e la scelta non sembrerà neanche così eccentrica.

Martini Cocktail

4. Olivia

Se dico Olivia molti (ok, quelli meno giovani!) penseranno alla famosa fidanzata di Popeye, ma noi gin lover invece pensiamo solo a un’oliva da mettere magari in un buon Martini. Volendo essere meno enigmatici c’è anche Olive, versione inglese del termine oliva. E per i maschietti ci sarebbe Oliver, che non è male. L’opzione perfetta sarebbe se aspettaste una coppia di gemelli e li chiamaste Martino e Olivia, oppure Oliver e Martina, o abbinateli come volete, ma il senso è chiaro e forse non la capiranno tutti, ma i più assidui al bancone sicuramente sì.

5. Tom

Qui siamo solo nel campo dei fiocchi azzurri, perché il femminile Tommasina c’è, ma oltre a essere un nome desueto, comunque non potrebbe utilizzare Tom come nickname. I maschietti potrebbero invece esser chiamati Tommaso, per poi diventare dei bravi Old Tom, una volta cresciuti e ben educati dai bravi genitori gin lover a bere responsabilmente. Se volete rimarcare ancora di più l’ispirazione “a base gin”, potreste magari aggiungere Collins come secondo nome e avere un piccolo Tom Collins da crescere.

6. Ada

Al contrario qui entriamo nel campo dei fiocchi rosa e richiamiamo un po’ di storia dei cocktail, ricordando quella gagliardissima Ada Coley Coleman che la vostra Gin Lady ha anche intervistato in una delle sue interviste impossibili (leggi). È stata una delle prime barlady della storia, sicuramente la più famosa del suo tempo, gli anni Venti. E ha inventato l’Hanky Panky. Di sicuro meriterebbe di essere la madrina spirituale di un bel gin baby.

Pianta di Angelica

7. Angelica

Anche in questo caso siamo più nel campo dei nomi femminili, ma Angelica è un nome da botanica come un altro, presente in moltissimi gin. Se volete seguire questo filone basta aprire le schede tecniche di qualche gin e troverete sicuramente pane per i vostri denti, specialmente per quanto riguarda il reparto femminile. Oltre Angelica, c’è Iris, che è sinonimo di giaggiolo, presente in molti gin dai toni floreali; Rosa, un nome un po’ vintage, ma sicuramente delicato; Jasmine, che vuol dire gelsomino sia in arabo che in inglese; poi c’è Cassia, che sembra una strada romana, ma è anche una botanica proveniente dall’India. Per i maschietti la selezione è un po’ meno ampia: volendo utilizzarlo “al naturale”, c’è Gelsomino, oppure Pepe se volete dare un nome maschile, dal sapore spagnolo e dai toni pungenti.

8. Gino

Se in “Viaggi di nozze” di Carlo Verdone, nella scena del totonomi della coppia di coatti, Ivano rispondeva a Jessica che Maria “è ‘n nome da presepio”, si può dire che Gino è un nome da Gin a tutti gli effetti. Lo sanno bene quelli di Roby Marton, che hanno scelto questo nome per il loro gin più “estivo”. Giocando con le etichette dei gin, però, di nomi possibili ce n’è più d’uno, specialmente per chi è aperto agli anglicismi: togliendo solo i rispettivi genitivi sassoni, abbiamo Gordon ed Hendrick, per esempio. Fra i nomi più italici, si può prendere in considerazione Eva, che è il nome dell’unico gin prodotto a Maiorca, e fra i distillati nostrani ci sono anche Berto, David e Primo. E poi c’è Luis, l’abbiamo già detto, ma non metteteci la “o” in mezzo, se no sembra che l’avete copiato al Royal Baby.

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