Ok, vi chiederete a questo punto: tutto questo cosa c’entra col gin? C’entra, perché è stata proprio una serie di viaggi a convincermi che era il momento giusto, due anni fa, per dar vita al The Gin Corner. La movida spagnola, dove bere un gin&tonic mangiando delle tapas è un ricordo dalla spensieratezza impagabile. Le distillerie scozzesi, il cui odore pungente mi ritorna ogni tanto al naso come una madeleine proustiana. Una passeggiata in montagna, sulle Dolomiti, i cui aromi di bosco si ritrovano all’improvviso in un gin: il pino mugo, i fiori di sambuco, la rosa canina. E poi c’è tutto quello che è venuto dopo.
Conoscere ciò che c’è dietro a ogni bottiglia è una continua scoperta: le persone, gli aromi, la storia dei gin e le storie di uomini e donne che gli hanno dato vita e consistenza alcolica. A volte è la vicenda di una famiglia o di un’azienda, altre volte la scommessa di un singolo. Ancora di più, mi piace quando – purtroppo raramente – c’è una donna dietro a una storia così e ve l’ho già raccontato.
Quello del gin è un mondo che mi si è aperto all’improvviso, come una valigia, da riempire ogni giorno di nuove conoscenze. E non diventerà mai un souvenir da riguardare con disgusto, perché ogni singolo Gin&Tonic o Martini è un viaggio in un bicchiere, accompagnato dagli aromi dei botanical.