Curiosità

Parola d’ordine: Artigianale… e Marijuana?

Vanessa Piromallo
July 19, 2016

Cosa ci riserva il futuro? Dati e ricerche prevedono un avvenire pieno di distillati artigianali, aromatizzati e, almeno negli USA, alla cannabis!

Secondo una ricerca di Mintel basata sul Global New Products Database i brand di spiriti che si definiscono “artigianali” sono cresciuti in tutto il mondo del 265% fra il 2011 e il 2015. Lo studio si riferisce a prodotti che sull’etichetta riportano le parole “craft”, “artisan” o “small”, è stato cioè condotto su brand che si autodefiniscono in modo esplicito “artigianali” e non su tutti i prodotti che rientrano nella definizione anche se non lo esplicitano. Se nel 2011 solo un nuovo prodotto su 20 era definito artigianale, nel 2016 1 su 7 lo è.

In soli 5 anni la produzione di craft spirits è aumentata ben del 265%

I dati mostrano inoltre che il 49% di questi distillati artigianali sono stati lanciati negli Stati Uniti, il 42% in Europa e solo il 4% in America Latina e il 3% in Asia. Mintel ha sottoposto un questionario ai consumatori che ha confermato che più della metà di essi sia negli USA sia in Europa pensa che gli alcolici artigianali siano di qualità superiore rispetto ai grandi brand.

Jonny Forsyth, global drinks analyst di Mintel, ha affermato, sulla base di questi dati, che gli aspiriti artigianali stanno crescendo rapidamente e continueranno a farlo, soprattutto negli Stati Uniti, perché la domanda sul mercato è forte. Nonostante quello artigianale sia un settore ancora relativamente piccolo del mercato, i consumatori ricercano brand che siano “più autentici, peculiari, locali, meno elaborati e più interessanti.”

Nel 2015 il 43% dei nuovi prodotti artigianali appartiene alla categoria del whisky e il 37% a quella del gin. Secondo Forsyth, però, sarà il gin ad avere maggiori probabilità di ulteriore crescita in quanto, a differenza del whisky, la sua produzione non richiede anni, ma giorni ed è inoltre una delle scelte commerciali più interessanti ed appetibili per i produttori.

La ricerca ha messo in luce altri due dati interessanti. Da una parte sono i giovanissimi, fra i 22 e i 39 anni, specialmente negli USA, a prediligere i brand artigianali, dall’altra di pari passo con questa tendenza c’è anche quella a preferire i prodotti aromatizzati. Di conseguenza si prevede che il trend sarà la produzione di spiriti premium caratterizzati da aromatizzazioni naturali, mentre fin’ora l’aromatizzazione era stata vista come qualcosa che avrebbe potuto rendere il prodotto meno “premium” agli occhi del consumatore.

Secondo un’altra ricerca di Euromonitor International sembra inoltre che l’industria americana degli alcolici sia anche molto interessata agli sviluppi della legislazione sull’utilizzo della marijuana negli USA. Il numero di bevande che la contengono immesse sul mercato sta crescendo e con livelli di THC (il componente della pianta che induce gli effetti della droga) sempre più alti. Tante aziende, man mano che le leggi iniziano a permetterlo, cominciano a sperimentare con la canapa e, secondo la ricerca, questa tendenza è destinata ad aumentare considerevolmente.

Verremmo presto invasi da gin artigianali alla marijuana? Chissà… Enjoy and God Save the Gin!

Fonti:

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