Il whisky, per molti un grande ed elitario amore, per altri un misterioso liquido dai poteri satanici. In ognuno di questi casi, il whisky rimane pur sempre oggetto di grandi dibattiti e opinioni che animano sempre più salotti e banconi dei bar. Facciamo una piccolissima quanto doverosa premessa: Il whisky, ovunque e dovunque, è e rimane un distillato ottenuto dalla fermentazione e successiva distillazione di cereali, destinato poi a maturare in botti di legno (generalmente di rovere). Nel caso in cui il cereale in questione sia l’orzo, verrà prima fatto germinare e trasformato in malto d’orzo o orzo maltato (che nelle ultime generazioni pare faccia più figo da pronunciare). Questo è quanto vi basta sapere per avere chiaro quanto andrete a leggere di seguito… nulla di troppo complicato in fondo.
Seconda, ma non meno doverosa, premessa: non chiedetevi se ci sia un modo giusto o sbagliato di bere il whisky, perché non c’è! Potete farci anche i ghiaccioli se vi piacciono, ma ciò che conta è comprendere che il whisky non sia una moda o un trend di passaggio, ma uno stato d’animo, un distillato che si apprezza per le sue mille sfaccettature e le varie interpretazioni che assume a seconda dei paesi produttori, quindi leggete questo articolo come fosse la bocca di un amico che vi racconta una storia, tenendo a mente che il palato è il vostro, così come lo sono tutti i ricordi e le sensazioni legate ad esso e ciò che bevete. Godetevi la magia di ricreare e rivivere sapori e odori lontani, familiari, sgradevoli e tutto ciò che può darvi una buona bevuta in solitaria o tra compagni di alzate di gomito. E ricordate che nel vostro bicchiere non c’è alcuna frutta fresca, secca o caramello mou aggiunto… È “solo” whisky!