Torniamo però a valutare altri abbinamenti arditi, per esempio nell’ambito di un G&T realizzato con il Tanqueray Rangpur. In questo caso sarebbe più facile inseguire “per assonanza” la natura di questo gin, aggiungendo per esempio degli spicchi di mandarino. Ma noi vogliamo seguire un’altra strada quella più tortuosa della ricerca dell’equilibrio per sapori contrastanti. Perché allora non provare con la liquirizia naturale? In questo caso è consigliabile incidere il bastoncino in più punti con un coltellino per agevolare l’infusione. Il risultato sarà qualcosa di particolare, con sensazioni dolci/amare molto aggraziate. Non avete la liquirizia in bastoncino? Utilizzate pure quella nelle scatoline ma attenzione, in questo caso ne bastano tre pezzettini piccoli per fornire già una forte caratterizzazione.
Ultimo esperimento: il Kapriol Gin mantiene un profilo leggermente amaricante – in retrogusto – derivante dall’utilizzo del luppolo che lo ha sempre caratterizzato. Abbiamo provato a giocare in questo caso con un garnish particolare, l’uva sultanina. Abbiamo notato che la sensazione dolce della frutta secca entra in gioco soprattutto nella fase finale della percezione palatale e, in questo caso, il suo contrasto con la parte amaricante crea un connubio davvero originale. Sei-sette chicchi tagliati a metà sono sufficienti per un buon risultato.
Ora che sapete tutte le “regole del gioco” sia in termini di assonanza che in termini di contrasto, ricordate che non tutti i Gin possono essere gestiti con entrambe le tecniche, anzi è più facile che si dividano ricadendo nell’una o nell’altra categoria per cui, mi raccomando: grande attenzione, senso dell’equilibrio, voglia di sperimentare e… un pizzico di fantasia!