“Lo sai che mi vergogno in pubblico.”
Finimmo i nostri Gin No. 209 & Tonic e volammo sul piccolo scafo giù al molo 50. La baia silenziosa, scura nella notte, attraversata da macchie di nebbia. Sullo sfondo il lungo Oakland Bay Bridge e la Yerba Buena Island. Globuli luminosi gialli, bianchi e arancioni ancheggiavano sulla superficie dell’acqua, immagini proiettate di feste lontane.
Il motore si accese esplodendo nella notte, svelando al mondo la nostra presenza lì. “Guido io,” disse tirando fuori dalla borsa una bottiglia vuota di No. 209. “L’ho presa perché mi ricorda i nostri venerdì, semplici ma mai scontati.”
L’acqua scorreva rapidissima sotto l’imbarcazione e gocce gelate mi colpivano il viso e il collo. Le note di un pianoforte, lente e decise, mi accarezzarono l’immaginazione. Thelonious lo suonava sul tram, su quelli tipici della città che si arrampicavano caprini sulle folli salite. Al centro del vagone, privato per l’occasione dei sedili, delle corde tenevano saldo lo strumento nero e lo sgabello del pianista. “Si conoscono solo alcune delle botaniche del Gin No. 209”, diceva mentre affondava le dita nodose nei tasti bianchi. Il conducente era il pubblico del concerto, vestito di monotona divisa fuori e di scoppiettante allegria dentro. Il musicista suonò con una mano e con l’altra si portò alle labbra un sorso di Gin No. 209 & Tonic.
“Sembra uno dei tanti.” Mi guardava dolce, la barca era ferma sulla baia, lontano nel tempo gli echi degli hippie che avevano animato la città. Le gambe di uno intrecciate con quelle dell’altra. Avevo lasciato cadere quella sua frase nel vuoto e mi godevo quell’alone di mistero che circondava sempre le sue parole e i suoi gesti, anche i più espliciti. “Eppure sa distinguersi.” Aggiunse.
Ci baciammo e ci dissetammo. Ci godemmo il nostro venerdì, semplice, simile agli altri, ma sempre unico e migliore, come questo gin.
Leggi la scheda di Gin N. 209 su ilGin.it
Acquista N. 209 Gin su GinShop