La Kyoto Distillery è la prima distilleria di gin mai aperta in Giappone ed è operativa solo da pochi mesi. A metà ottobre ha rilasciato il suo primo gin, Ki No Bi Gin (che in giapponese significa “la bellezza delle stagioni”), e noi siamo andati dall’altra parte del mondo per vederne di persona il processo di produzione. Sono in pochi i fortunati che hanno potuto vedere dall’interno la nuovissima distilleria di Kyoto, che infatti non è aperta al pubblico e, forse, non lo sarà mai. Abbiamo intervistato l’head distiller, Alex Davies, e David Croll, co-fondatore di Kyoto Distillery assieme a Marcin Miller, e abbiamo incontrato Masami Onishi, technical advisor ed esperto di spirits, che ha aiutato Alex nella selezione delle botaniche.
Viaggio nella Kyoto Distillery: il processo di distillazione
Durante la prima parte del nostro tour privato Alex Davies ci ha mostrato il luogo dove avviene la magia della creazione di Ki No Bi Gin, a partire dalle vasche contenenti l’acqua famosa per la sua purezza proveniente da Fushimi, molto utilizzata anche per il sake grazie alle sue particolari caratteristiche. Fushimi è un’area di Kyoto nota non solo per il sake, ma anche per i suoi bellissimi luoghi naturali e per il suggestivo tempio di Inari con le sue centinaia di torii che segnano il percorso lungo la montagna.
La base alcolica di Ki No Bi Gin è di riso, alquanto insolita per il gin e più simile alla base con cui si produce il sake, e per il momento non viene prodotta direttamente dalla distilleria. Alex ci ha mostrato gli alambicchi con i quali lavora, entrambi creati dall’artigiano tedesco Christian Carl. In essi le botaniche vengono distillate separatamente, divise in sei categorie: Base, Agrumi, Tè, Erbe, Spezie, Fiori. La Base è quella contenente ginepro e legno di Hinoki, un tipo di cipresso giapponese, che produce note di pino unite a note speziate molto particolari. Tra le altre botaniche troviamo yuzu giallo, bamboo, gyokuro tea e sanshō verde, un tipo di pepe giapponese.
Nell’alambicco più grande (da 450 litri) vengono distillate due delle sei basi. Esso è composto dalla botanical chamber, da una colonna di distillazione da sei piatti e dalla colonna di condensazione: l’alambicco è progettato in modo da poter utilizzare solo alcune delle sue parti o tutte assieme così da permettere al distiller di scegliere tra molte combinazioni diverse con cui distillare le botaniche. Al momento Alex usa solo la botanical chamber, ma in futuro potrà sperimentare altre alternative. L’alambicco più piccolo (140l) viene usato per le altre quattro basi e anch’esso è formato da un cestello per le botaniche e da una colonna di distillazione da sei piatti.