iG: Quanto tempo ci hai messo per sviluppare l’idea?
EP: Ho fatto tantissime prove, tante volte abbiamo dovuto buttare via tutto, ma a spronarmi ad andare avanti c’è sempre stato il mio amico e socio Michele. Ci sono voluti sei mesi per arrivare a una ricetta che ci piacesse e ci soddisfacesse su tutti i fronti.
In realtà però continuo sempre a sperimentare, è una ricetta in itinere.
iG: Qual è il tuo metodo produttivo?
EP: Preparo il distillato base col grano, poi si procede con l’infusione delle botaniche: ginepro fresco della Toscana, angelica, cardamomo ecc. e infine avviene l’infusione con l’olio di oliva Peranzana. Si tratta di un olio di altissima qualità, al 100% d’oliva e tipico della mia zona.
Utilizzo tre alambicchi, uno da 60l che è anche a colonna, uno da 10l e uno da 2l per le prove.
Ciò che più è interessante nella produzione è vedere come il gin si evolve man mano che si evolve l’olio: ogni distillazione è diversa. L’olio si produce attorno a novembre e un conto è usare un olio nuovo e un altro è usare l’olio a settembre. La ricetta rimane comunque la stessa perché il distillato si stabilizza grazie all’infusione e all’alta qualità dell’olio.
iG: E quali prove ed esperimenti stai facendo ora?
EP: Ne faccio molti. Per esempio io mi procuro le botaniche da un’erboristeria di fiducia che ho appositamente scelto, ma a volte provo botaniche diverse. Sono andato al Lago di Lesina e sull’istmo che separa il lago dal mare crescono piante interessanti, botaniche molto profumate. Abbiamo anche preso del ginepro che stiamo facendo essicare.