Le parti utilizzate e i loro principi attivi
Le parti utilizzate sono: i frutti, le foglie e la pianta intera. Le foglie servono per condire i cibi e, in Oriente, sono utilizzate al posto del prezzemolo. I frutti trovano impiego in liquoristica (Gin), come aromatizzante della birra e in fitoterapia. Il frutto macinato entra nella preparazione delle polveri di curry. Dalla distillazione dei frutti si ottiene l’olio essenziale. In genere i tipi a frutto piccolo sono destinati all’estrazione, perché più ricchi in olio, mentre i tipi a frutto più grande sono destinati alla molitura. L’impiego nella liquoristica spesso è dovuta al fatto che il suo aroma pungente/speziato e leggermente amarognolo sia molto adatto per creare ricette più complesse; infatti contiene molti terpeni che possiamo ritrovare in molte altre piante, come la lavanda, il geranio o lo stesso limone.
L’olio essenziale è costituito principalmente (60-70%) da linalolo, che raggiunge il massimo della sua presenza nella fase di maturazione “cerosa”. Altri costituenti sono: borneolo (1-4%), gerianolo (3-5%), geranil-acetato (1- 5%), cimene, pinene, limonene e fellandrene. Inoltre i frutti contengono il 20% di acidi grassi, principalmente petrolinico (50%), oleico (30%) e palmitico (8%).
Il seme deve conservare una bella colorazione bionda, altrimenti quando annerisce si deprezza. I semi si dovrebbero conservare interi, in recipienti di vetro poiché la polvere di coriandolo perde aroma molto facilmente.