Di recente ho letto un interessante approfondimento pubblicato su The Spirit Business. Questo articolo di Georgie Collins esplora il fenomeno del cosiddetto “loud luxury” nel mondo della mixology, ovvero la tendenza a proporre cocktail che non si limitano alla qualità degli ingredienti ma puntano sull’eccesso, sulla teatralità e su accessori di lusso, spesso con prezzi vertiginosi.
Il caso più emblematico citato è il Linea Alta Martini del Bar del Baccarat Hotel di New York, servito a 5.000 dollari. Preparato al tavolo, utilizza vodka Grey Goose Altius, génépy, tintura di pepe rosa, fleur de sel e viene completato con foglia d’oro e caviale. La sua particolarità, tuttavia, non è tanto negli ingredienti quanto nel bicchiere: un calice Baccarat Tsar, originariamente creato per lo zar Nicola II, che il cliente porta poi con sé come ricordo. Il direttore del bar, Brandon Barnes, sottolinea come l’obiettivo sia stato “trasformare la sensazione di elevazione” in un drink, con ingredienti legati simbolicamente alle Alpi francesi. La cifra astronomica è giustificata non dal contenuto, bensì dal prestigio del contenitore e dall’esperienza esclusiva che esso rappresenta.