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Dirty (Milano), non ci andate - se non volete divertirvi

Vanessa Piromallo
March 22, 2023

A Milano Mario Farulla, Carola Abrate e Gigi Tuzzi aprono Dirty, un nuovo cocktail bar dall'anima hardcore: l'unico imperativo è il divertimento

Mario Farulla, Carola Abrate e Gigi Tuzzi hanno inaugurato il 20 marzo il nuovo cocktail bar con lo scopo preciso di combattere le ipocrisie, l’ospitalità in giacca bianca e gli stereotipi. Il locale si chiama Dirty (sporco) e si trova a Milano, in viale Regina Giovanna 14.

I tre, assieme all’imprenditore dell’ospitalità Paolo Coppola, parlano così del nuovo progetto: “Dirty nasce da un’esigenza, non da un concept. A un certo punto ci siamo guardati attorno e abbiamo capito di essere circondati: intorno a noi vedevamo un’ammucchiata di bar con cose buttate a caso; sembrava la gara del ‘io ce l’ho più lungo’. Così abbiamo messo la retromarcia e abbiamo iniziato a fare fuori il superfluo. Usiamo il ‘noi’ e vogliamo abolire l’io. Siamo controcultura al bar, non da bar, quindi non vogliamo educare o istruire nessuno, siamo solo uno strumento al servizio di chi vuole passare una bella serata senza stare a pensare alle supercazzole del barman. Noi facciamo da bere, in tempi rapidi, senza cerimonie e cerchiamo di farlo al meglio. La drink list è corta e semplice. basata su drink della casa e grandi classici, più qualche extra. Il tutto è accompagnato da un’offerta di cibo fatto per godere. Perché al Dirty serviamo cibo da lupi. Roba per affamati di vita, di notte, di carnazza. Siamo come quelli che a Roma chiamano gli ‘zozzoni’. Anzi, oltre gli zozzoni: da noi puoi trovare carne in scatola, champagne e mortadella, hot dog e banane.”

Ovviamente anche lo stile e gli arredi di Dirty, progettati in collaborazione con Nick Maltese Studio, sono allineati al suo pensiero. Una tenda rossa da macellaio divide la sala in due aree. Da una parte il bar più pop, dall’altra una zona più raccolta con un banco dedicato. Gli ambienti sono ispirati alla corrente Brutalista, movimento architettonico nato nell’Unione Sovietica e caratterizzato da strutture monumentali che simboleggiavano la grandezza dello stato. Il tutto è mescolato con lo stile di Jean-Michel Basquiat, artista che ha spesso utilizzato immagini di genitali maschili nella sua arte come simbolo di potere e virilità. Sulla griglia di lavoro e sul banco sono impressi peni e vagine realizzati da Vincenzo Vitolo: “Per noi sono elementi che richiamano la trasgressione, un po’ naif, di tutti gli adolescenti: tutti ne abbiamo disegnato sui banchi di scuola o sul diario del compagno; sono stati la nostra prima forma di graffiti.”

“Abbiamo scelto di eliminare la bottigliera e di tenere in vista solo prodotti a marchio Dirty. Il nostro stile di miscelazione si concentra sull’offrire la migliore esperienza gustativa, non ci interessa utilizzare le etichette o le bottiglie blasonate come specchietti per le allodole. Siamo nudi e crudi. Questo non significa che da noi non si trovano bottiglie pregiate, semplicemente non le teniamo in vista e le usiamo solo quando e se ce le chiedono. La priorità è soddisfare l’ospite, quindi se ci chiede qualcosa facciamo di tutto per accontentarlo, anche fare la spesa.”

Il servizio è incentrato sul divertimento e sul coinvolgimento: “Abbiamo solo 35 posti e, volente o nolente, ogni cliente è attore protagonista delle nostre serate. Non usiamo jigger per misurare le quantità di prodotto, ma viene versato tutto a mano libera. Nessuna omologazione, nessun cocktail fotocopia. Qui si miscela per il gusto di fare le cose ad arte. Ogni drink ha la sua anima ed è irripetibile, per questo anche la nostra attrezzatura è ridotta al minimo: anche in questo siamo ‘brutalisti’.”

“Il bar essendo un bar del popolo, creato per la classe operaia come noi, avrà prezzi popolari, con il Gin Tonic della casa a 8 Euro. Il prezzo massimo è 15 Euro. I signature riprendono il nome del locale e sono incentrati sullo studio delle salamoie e della salinità come esaltatore di sapori, la nostra arma segreta per dare l’extra al gusto dei drink. Anche in questo caso andiamo controcorrente: ora che la mixology è concentrata sullo studio delle fermentazioni (quindi sul deterioramento), noi viriamo verso i metodi di conservazione. Il nostro drink iconico è il Super Dirty, un Martini mangia e bevi versato direttamente in una coppa colma di olive con diverse farciture. Ai drink si aggiunge una selezione di tre bitte alla spina servite in bicchieri ghiacciato: tecnicamente è sbagliato, ma chissenefrega, la birra ghiacciata è più buona.”

Dirty apre alle 19 e chiude alle 4 perché la sua missione è dare conforto a tutti i viandanti, i nottambuli e lavoratori della notte. Non si prendono prenotazioni, chi arriva primo si siede, ma proveranno sempre a soddisfare tutti.

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