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Bar Convent Berlin 2017: la conferma che il gin è cultura

Vanessa Piromallo
October 16, 2017

Bar Convent Berlin 2017: il resoconto de ilGin.it della fiera dedicata al mondo del bar più grande d'Europa... e il gin la fa da padrone!

Berlino, 10-11 Ottobre 2017 – Quest’anno abbiamo avuto la fortuna di poter partecipare al Bar Convent Berlin 2017, la più importante fiera mondiale che si svolge in Europa riguardante il mondo del bar. Siamo stati ospiti dello stand di Roby Marton che oltre a presentare i propri Roby Marton Gin, Big Gino e Tonka Gin, ha ospitato Gin Primo, Gin Agricolo, la bevanda francese Pimento e Chopper Kings. Un bello stand all’insegna dell’alta qualità nel settore del beverage a tutto tondo.

Centinaia di stand hanno rappresentato a Berlino aziende di tutto il mondo: produttori di birra, vino, grappe, liquori, distillati, soft drinks, accessori per il bar e vetreria, ma ciò che più di tutto ci ha riguardati da vicino e ci ha colpiti nel profondo è stata la presenza massiccia di gin. Era infatti presente un’intera area dedicata al genever e moltissimi stand dedicati a gin provenienti da ogni angolo del pianeta, dei quali almeno 15/20 italiani! Non solo i nomi più famosi come Hendrick’s, Tanqueray, Seagram’s, Gin Mare, Monkey 47, Sipsmith, William Chase, Portobello Road e altri, ma anche brand meno noti, dall’australiano Four Pillars ai tedeschi Gin Sul, The Duke Gin, Boar Gin ed Elephant Gin, dagli inglesi Brighton Gin, Slingsby Gin e Tarquin’s al giapponese Roku Gin, dall’americano Catoctin Creek al brasiliano WH 48, dal norvegese Kimerud allo svedese Herno Gin e poi ancora Filliers, UngavaGinRaw, London N.3… E non sono che meno di un decimo dei gin presenti!

Fra i prodotti più particolari che abbiamo potuto assaggiare ci sono sicuramente Unicorn Tears Gin, con argento edibile, o meglio “con lacrime di Unicorno”, Black Tomato, con pomodoro nero, e Roku Gin, il gin giapponese recentemente lanciato sul mercato da Beam Suntory, con botaniche giapponesi quali yuzu, Sencha tea, gyokuro tea, sansho e fiori e foglie di ciliegio. A spiccare sugli altri gin c’era poi la gamma Herno, la cui qualità è indubbiamente eccelsa.

Degna nota la proposta di gin invecchiati. Robin, distiller di Elephant Gin, ci aveva anticipato che stava lavorando a una versione invecchiata e quindi appena ci ha visti ce l’ha subito proposta e ci ha davvero piacevolmente colpiti perché le noti morbide date dalla permanenza in botte arricchiscono il London Dry senza coprirne le note principali. Ottima anche la versione cask finish di Herno e sicuramente degna di nota la versione Riserva dell’italiano Major Gin, lasciato riposare sei mesi in barrique di ciliegio.

La sezione dedicata al genever ci ha regalato grandi sorprese, non solo perché abbiamo potuto assaggiare diverse edizioni limitate di storiche aziende olandesi, ma anche perché il bar annesso offriva cocktail a base di genever davvero eccellenti e molti dei quali miscelati con ingredienti italiani! Fra i tanti prodotti citiamo il nuovo genever di Bols con base 100% di malt-wine, una deliziosa via di mezzo per amanti del gin e del whisky, le edizioni limitate ormai sold out del genever di Zuidam invecchiate 12 e 18 anni, spettacolari davvero, e poi da Schiedam abbiamo assaggiato il genever di Bobby’s, i genever di Notaris e quelli di Boompjes (storica distilleria produttrice anche di Sylvius gin e del gastro gin Gin & Jonnie), mentre da Hooghoudt, nel nord dell’Olanda, provengono quelli della distilleria a conduzione famigliare de Borgen e da Amsterdam quelli di Jajem, distillati artigianalmente con ingredienti biologici. Da una piccola distilleria di Dordrecht provengono i genever di Rutte, come quello invecchiato Old Simon, molto gradevole e interessante, e infine citiamo i sempre ottimi gin e genever di Wenneker, storica distilleria di Roosendal.

Gli ottimi gin che non abbiamo citato sono ancora tantissimi, ma per concludere vogliamo segnalarvi alcuni di quelli italiani che ancora non abbiamo nominato, come Rivo, Tabar, Sabatini, Bordiga, Peter of Florence, Malfy, Z44, VII Hills Italian Dry Gin assieme a Italicus Rosolio di Bergamotto, Gil, Bottega, Luxardo e probabilmente qualche altro che ci è sfuggito. Per concludere, abbiamo partecipato a questa grande manifestazione e ancora una volta abbiamo avuto la dimostrazione che il gin continua a riscuotere grande successo e che il pubblico è interessato a scoprire di più della cultura del gin mentre i produttori amano portare avanti le proprie sperimentazioni e innovazioni per arricchire il già ampio panorama del gin. Alta qualità e forte amore per il proprio mestiere contraddistinguono la categoria del gin e non possiamo che essere orgogliosi di come l’Italia si stia facendo strada egregiamente anche in questo settore. God Save the Gin!

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