Dai risultati, a quanto pare, lo studio è riuscito a fornire una prima prova del fatto che la variazione nella struttura del successo, anche nel caso di persone sane, sia associata alla valutazione dell’intensità del gusto e rivela nuove informazioni sul circuito gustatorio del cervello. Nel testo si legge: “L’associazione più forte è stata fra il volume della corteccia entorinale sinistra e l’intensità del chinino. Gli individui con volumi maggiori hanno valutato le soluzioni di chinino meno intense.” La corteccia entorinale si trova nel lobo temporale mediale del cervello ed è associato a memoria, navigazione e percezione del tempo oltre alle percezioni visiva e olfattiva. Secondo il Dr. Daniel Hwang, le scoperte del suo team provano che la dimensione del cervello non influenza solo il QI di una persona (l’indice di intelligenza), ma anche il loro modo di percepire i sapori. “A prescindere dal fatto che uno possa amare l’acqua tonica o meno, comunque chi ha il cervello più grande la troverà meno amara.”
Questa ricerca rappresenta un passo avanti per capire meglio in che modo il cervello percepisce i sapori e inoltre i risultati possono essere utilizzati per cambiare le cure per i disturbi alimentari e migliorare i comportamenti alimentari: “Concentrandoci su specifiche aree della corteccia gustatoria,” dice Dr. Hwang, “possiamo curare alcuni disturbi alimentari utilizzando metodi come la stimolazione magnetica transcraniale, un trattamento non invasivo attualmente usato per alcune malattie malattie.”
Fonte: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0166432818315754